Appartenente alla famiglia delle Oleaceae, l’ulivo Olea europae è una delle poche piante che può vantare delle origini molto antiche proprio per la sua distinta caratteristica di poter arrivare a vivere anche centinaia di anni. Questa pianta cresce spontaneamente in tutta l’area del mar Mediterraneo, e in Italia è particolarmente diffusa nelle zone del centro e del sud, dove il clima è abbastanza mite e temperato. Nulla vieta di coltivarlo anche dove le temperature sono più basse, con l’accortezza tuttavia di esporre la pianta a sud, per garantirle più ore di sole possibile. Da sempre l’ulivo è simbolo di pace, amore e speranza, nello specifico nella religione cristiana. Andando a leggere le Antiche Scritture, vediamo come Adamo, prossimo a morire, invia il figlio Seth in paradiso per chiedere all’angelo che lo custodiva, l’olio della misericordia. L’angelo lo accoglie dandogli per il momento solo tre semi e ordinandogli di metterli sotto la lingua di Adamo dopo la sua morte. Fatto ciò, dalla bocca di Adamo, ormai deceduto, fiorirono tre rami: il primo di ulivo, il secondo di cedro e il terzo di cipresso. Sempre nell’Antico testamento, si narra che dopo il diluvio universale la colomba torni da Noè portando nel becco un ramoscello d’ulivo per annunciare la riconciliazione tra Terra e Cielo, simbolo di rinascita e di pace, e per il popolo ebraico di giustizia e sapienza. Anche nei vangeli, Gesù viene accolto a Gerusalemme da una folla di abitanti che portano in mano fronde di ulivo e di palma, rami che diventano poi simbolo della religione cristiana. Per gli antichi greci invece l’ulivo era simbolo della città di Atene e della dea della pace e ella guerra Atena, ed era così importante da essere utilizzato per cingere il capo degli atleti vincitori delle Olimpiadi. In Grecia l’ulivo era poi anche simbolo dell’amore più fedele e più duraturo, tant’è che il letto di Ulisse e di Penelope si racconta fosse scavato all’interno di un tronco d’ulivo. Anche i Romani usavano i ramoscelli di ulivo per cingere il capo dei cittadini più valorosi e la leggenda narra che Romolo e Remo, fondatori della città, fossero nati proprio sotto un albero di ulivo. Secondo la tradizione contadina per poter coltivare un ulivo sono necessari.. sole, solitudine, sassi, silenzio. “Sole” perché l’ulivo cresce nelle aree del bacino mediterraneo caratterizzate da un clima mite, anche nella stagione fredda; “solitudine” perché può crescere lontano da boschi e foreste, quasi cercasse una sorta di isolamento e quasi apprezzasse la sola vicinanza dei “sassi”, in aree ritirate dove non a caso regna il “silenzio”.