Davanti a un prato apriti alla chiarezza, abbraccia la semplicità, cancella l’egoismo. Vedi tutto come se fosse il seme di qualcosa.
Ogni filo d’erba sembra contenere una biblioteca dedicata alla meraviglia, al silenzio e alla bontà. In un prato puoi trovare le tre virtù teologali. La radice è la fede, l’erba la speranza, la luce la carità. Si ritorna bambini su un prato. Io oggi ho bevuto un biberon di stelle, sono salito in braccio a una margherita e mi sono fatto cullare dal canto di cento grilli. Nel prato cento fiori sono sintonizzati l’uno con l’altro come cento pianoforti che, sulla stessa accordatura, suonano la musica più silenziosa che ci sia. Se in primavera spuntano i fiori nei prati vuol dire che qualcuno ne ha bisogno, vuol dire che è indispensabile che anche solo per un attimo vibri la felicità. Un prato di fiori non è un regno qualunque. Ho contato 782 re (e non ho dimenticato i narcisi e i gigli), novemila viaggiatori (e ci sono anche le farfalle e le rondini), un milione di sudditi (e ci sono anche le formiche rosse), tre giullari (ah, le nuvole!) e un miliardo di fate (piccole stelle timide che stanno lassù in cielo, nascoste dall’azzurro). E la regina? E’ un fiore rosso, laggiù nel prato, che indica l’uscita verso l’invisibile. In un prato un giglio si prese il mio braccio, una viola la mia gamba, l’albero un orecchio, il filo d’erba la schiena e il fiume un occhio. Poi guardai il cielo azzurro e gli chiesi: “E tu che cosa vuoi?”. “La tua anima” mi rispose dolcemente. In certi angoli del prato il sole rimane più a lungo. Perché il sole ama i fiori. Nell’eternità gli alberi ritroveranno il loro primo vento, i prati la loro prima rugiada..
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By Fabrizio Caramagna