“Le visioni ci vengono concesse. Rivelano qualcosa di nascosto che fin’allora forse era riservato solo a pochi. Le visioni concesse a noi riguardano la nostra esistenza. Ci danno la possibilità di scorgere ciò che sorregge la nostra esistenza tramite l’esistenza dello spirito, così che possiamo percepirla come compiuta secondo il suo disegno. Le visioni conducono alla saggezza. Il fine ultimo di ogni saggezza è l’azione: agire al servizio della vita e dell’amore. Solo attraverso l’azione la saggezza si dimostra al tempo stesso vera.”
Il cuore puro
“Voglio dire qualcosa sull’amore. Un agevolatore che guida le Costellazioni lavora con amore, ma è un amore diverso da quello che intendiamo normalmente. È un amore molto vicino – ma, nel contempo, anche distaccato. Per rimanere in sintonia con questo amore, l’agevolatore deve sottoporsi ad una sorta di purificazione – si deve purificare sotto due aspetti.”
Io
“In primo vi è la purificazione di sé stesso – toccando il cuore – riguardo a tutta la sua precedente conoscenza, le idee che si era fatto, i pregiudizi e le paure. Non si può prescindere da ciò, perché solo in questo modo si può essere sufficientemente aperti per questo lavoro.”
Tu
“Il secondo aspetto di questa purificazione consiste nel rendere libere dai miei pensieri, dalle mie paure e dai mie obiettivi le persone con le quali io lavoro nelle costellazioni. Solo in questo modo possiamo incontrarci ad un livello più profondo che diventa di sostegno per tutti i partecipanti.”
Non agire
“Un esercizio necessario per l’agevolatore è quello di ritirarsi in uno spazio vuoto interiore. All’interno di questo spazio vuoto egli è senza intenzioni, senza timore, senza memoria. Egli è semplicemente raccolto in sé. Se questo raccoglimento riesce, accadono delle cose intorno a lui come se fossero causate da lui, ma egli non agisce. Egli agisce senza agire. Egli agisce semplicemente attraverso la sua presenza, senza fare niente. Questo include anche che l’agevolatore, finito un lavoro, si distacca subito e passa al prossimo senza voltarsi indietro. A lavoro compiuto egli non chiede di saperne più niente.”
La notte dello Spirito
“Strettamente correlato a questo modo di procedere è anche un altro esercizio, se così si può definire. L’agevolatore, o chiunque voglia penetrare nella profondità dell’anima, si sottomette alla notte dello spirito. Questa immagine risale a Giovanni della Croce. Cosa significa la notte dello spirito? Io rinuncio alla conoscenza. Io quindi non chiedo. E rinuncio alle informazioni. Quando qui qualcuno mi racconta qualcosa, io mi ritiro nella notte. Mentre lavoro a volte non mi è per niente chiaro quale sarà il prossimo passo. Niente di tutta la mia precedente esperienza mi può aiutare qui. Così mi ritiro nella notte. È simile al vuoto. Indugiando in questa notte, improvvisamente mi sovviene una visione, come un lampo, velocissimamente. È un indizio per il passo successivo. E poi è nuovamente notte. Procedendo così siamo completamente rilassati. Non c’è niente che ci possa sorprendere. Con questo atteggiamento ci percepiamo come pieni, malgrado il vuoto.”
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By Bert Hellinger