Dobbiamo imparare dai bambini. Amano senza dubitare. Abbracciano senza avvisare. Ridono senza pensarci. Scrivono cose colorate sulle pareti. Credono ad almeno 10 sogni impossibili. Non arrivano al cassetto più alto, ma toccano il cielo con la punta delle dita. E quando vengono affidati al sonno è come se il mondo avesse perso un po’ del suo splendore. Lo sguardo di un bambino un buon conduttore che lascia passare la sua anima senza dispersione. Dei bambini mi piace il loro chiudere le mani e metterle dietro la schiena, come a nascondere segreti. E mi piace ancor di più quando aprono le mani, danno fiducia al mondo, respirano forte e con la punta delle dita toccano l’invisibile. Quando ero bambino i prati erano pieni di avventure e gli incontri con il mostro sotto il letto quasi quotidiani. Il cielo era più azzurro di adesso e ogni tanto Dio scendeva da una scala invisibile e mi carezzava i capelli. Su quale muretto si sono messi a camminare i miei piedi? A quale gioco stanno giocando le mie mani? Su quale prato la mia testa si rotola facendo le capriole? Su quale bicicletta le mie ginocchia si sono sbucciate? In qualche parte dell’universo la mia infanzia è ancora viva e fa le cose senza di me. La bianca fioritura delle margherite nei primi giorni di aprile è ciò che più somiglia al cuore dei bambini. La giornata di un bambino è un rumore di passi che si avvicina al pozzo dell’invisibile e vi guarda dentro e poi torna divertito indietro a giocare con il visibile. Solo la mente di un bambino ha i suoi porticati luminosi e il futuro vi passeggia sereno. Appena nati, i bambini tengono l’aldilà ancora stretto nelle loro manine rinchiuse..
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By Caramagna