La natura, i libri, il silenzio.. sulle colline di Montescudaio, in una bella villa isolata nel verde ma non distante dal centro, abita Ervin Laszlo, filosofo della scienza e della vita. Viaggiatore instancabile, professore itinerante nelle maggiori università americane ed europee, fondatore del Club di Budapest sua città natale, e molto altro ancora. Insomma un intellettuale a 360 gradi.. esperto di olistica medicina naturale, studioso d’estetica, pianista, compositore e, soprattutto, accanito lettore. Lo si capisce entrando nel suo studio, dove scrivania, computer e sedia trovano poco spazio tra centinaia di libri scritti in tutte le lingue, meticolosamente catalogati sugli scaffali o aperti e capovolti pronti per essere consultati; e ancora, dischi di musica classica, decine di attestati e onorificenze, litografie di pittori giapponesi e quadri di autori insospettabili. Come quello dipinto da Amintore Fanfani, il noto politico della Dc; «un dono che risale a tanto tempo fa – ricorda con piacere Laszlo -, un quadro spontaneo e per questo molto bello, come tutte le cose semplici».

Semplicità.. una parola chiave per lo studioso ungherese, un concetto che, se accostato alle sue ricerche sulla cibernetica e i sistemi complessi, può apparire anche fuori luogo. Ma nel poliedrico pensiero di Laszlo, «semplicità e complessità sono un binomio inscindibile, in tutte le cose, nella natura come nell’attività spirituale: ogni essere vive al meglio grazie a questi due principi, quando convivono armonicamente».

Armonia. Altra idea fondamentale per il professore; elemento basilare nelle dinamiche che reggono il mondo, e insieme metodo essenziale per arrivare a comprenderle. «E’ infatti impensabile – spiega Laszlo ricordando Giordano Bruno – concepire uomo e natura come enti separati, così come non ha senso studiarli distinguendo nettamente i vari settori della scienza. La ricerca, come l’oggetto che si studia, non può che essere armonica: coinvolgere scienza e letteratura, arte e medicina, filosofia e politica in processo unico». L’unità. Valore che, secondo il professore, l’uomo sta dimenticando insieme alla semplicità e all’armonia. Un oblio pericoloso. «Prova ne è la storia dei nostri giorni – continua Laszlo -; uno scenario in cui, se da una parte natura, tecnologia e società si trasformano rapidamente, dall’altra gli individui e le collettività restano ancorati a schemi di pensiero statici e inadeguati». Armonia e unità si spezzano per lasciare il posto a odio, violenza, opportunismo ed individualismo; «ed ecco il terrorismo, la guerra, la povertà e l’inquinamento. Problemi troppo grossi, che non possono essere risolti con le tradizionali logiche del pensiero e della politica: per stroncare il terrore non serve il militarismo, né basta azzerare il debito pubblico per salvare l’Africa, o parlare una tantum di ecologia per diminuire l’inquinamento. Occore un cambiamento profondo, una metamorfosi radicale delle coscienze che porti gli uomini all’accordo, tra loro e con la natura». Secondo Laszlo, le strade per il ritorno all’armonia esistono, devono soltanto essere riscoperte, sia a livello personale che universale. Le strade. Sono le vie della spiritualità, della conoscenza e della creatività, «tutto ciò che può unire sentimento e ragione; dalle discipline olistiche alla meditazione zen, dalla religione, che di per sè non è mai “fanatica”, alla ricerca filosofica, fino all’attività estetica, che nel piccolo può essere a portata di tutti». Filosofia, dunque, ma anche musica, pittura e scrittura. Tutte “arti” capaci di ricondurre l’uomo al proprio tempo, sociale e storico, ma anche individuale: al tempo vissuto, ai ricordi del passato e alla durata del presente, «dimensioni che, per stare meglio con noi stessi e con gli altri, dobbiamo necessariamente riconquistare, a dispetto della velocità e dello stress con cui spesso siamo costretti a convivere».

Il Silenzio.. ma per seguire la via del tempo e dello spirito è necessaria una componente fondamentale, che lo stesso Laszlo ha cercato per anni.. il Silenzio. «Per leggere – dice il professore – si può anche ascoltare Mozart, che personalmente adoro. Ma quando si tratta di scrivere o meditare, il silenzio è indispensabile. Montescudaio per questo è l’ideale. Insieme a mia moglie, ci vivo stabilmente da vent’anni.

«E in questo luogo, tra i viaggi e i convegni in tutto il mondo, ho scritto i miei ultimi libri, ideato le mie composizioni musicali, e, recentemente, girato un lungometraggio con un regista giapponese: un film in cui vengo intervistato ed eseguo alcuni miei brani, e che tra poco sarà disponibile anche in Italia. Tempo fa, alla ricerca di un posto tranquillo in cui comprar casa, ero indeciso tra l’America California e Montescudaio. Preferii queste colline. Oggi non sono affatto pentito fu una scelta felice».

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By Klara

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