Più vitamina D per alzare lo scudo immunitario.. la vitamina D rinforza le difese e ci protegge da virus e aggressioni esterne, averne sempre buone dosi nel corpo significa ammalarsi con meno facilità. La vitamina D offre un aiuto prezioso alle nostre difese immunitarie poiché entra all’interno delle cellule del sistema immunitario stesso, stimolando i globuli bianchi a proteggerci contro le aggressioni dei virus. A confermare il suo ruolo è anche un recente studio scientifico condotto dall’Università di Torino secondo cui una carenza della vitamina potrebbe peggiorare il rischio di infezioni respiratorie di origine virale. Bisogna quindi tenere alte le riserve di questa vitamina, a maggior ragione in questo momento di isolamento in cui, restando a casa, è più difficile farne scorta grazie al sole. Per il 90%, infatti, la vitamina D proviene proprio dai raggi solari che ne stimolano produzione a livello cutaneo. Un 10% viene fornito anche da alcuni alimenti come pesce e uova soprattutto. Il pesce contiene anche Omega 3 e altre sostanze alleate del sistema immunitario. Nei casi di maggiore fabbisogno o nei periodi di minore luce è possibile fare ricorso a integratori specifici di questa straordinaria sostanza. A evidenziare il ruolo importante della vitamina D per il sistema immunitario è uno studio recentissimo condotto dagli scienziati dell’università di Torino, il professore di geriatria, Giancarlo Isaia, e il professore di istologia, Enzo Medico, i cui primi risultati sono molti interessanti. Il documento evidenzia come l’assunzione di adeguati livelli di vitamina D sia uno strumento utile per ridurre i fattori di rischio nel contagio da Covid-19. I pazienti ricoverati a Torino per coronavirus mostravano, infatti, un’elevatissima prevalenza di ipovitaminosi D. Quindi, l’assunzione adeguata di questa . La vitamina D è una sorta di integratore naturale che il corpo dovrebbe produrre spontaneamente grazie all’azione dei raggi del sole. Questi ultimi, assorbiti dall’organismo attraverso la pelle, trasformano il colesterolo circolante in questa sostanza che ha un’azione simile a quella di alcuni ormoni. Il compito per cui è maggiormente conosciuta è quello consentire al calcio di fissarsi nelle ossa, ma gli studi che stanno letteralmente fiorendo sulle virtù di questa sostanza dimostrano anche che il suo “raggio di azione” è assai più ampio. La vitamina D interviene sui fenomeni di tipo infiammatorio ed è immunomodulante.. tiene quindi sotto controllo il sistema immunitario tonificando le cellule immunitarie che ci difendono dai virus e dalle aggressioni esterne.. Diverse indagini epidemiologiche hanno dimostrato che la maggior parte della popolazione è carente di vitamina D. Può trattarsi di una carenza lieve o moderata al di sotto dei 30 ng per ml di sangue, fino a raggiungere livelli gravi, sotto i 10 ng/ml. Il punto è che questo deficit è difficile da individuare poiché non genera sintomi specifici e facilmente riconoscibili. Inoltre il dosaggio della vitamina D non fa parte dei controlli di “routine” che si eseguono con i normali prelievi del sangue. I segnali del deficit sono facilità ad ammalarsi con una certa frequenza, debolezza e dolore muscolare, ossa fragili, osteoporosi, dolori alle ossa, irritabilità, malumore e tristezza. Il 10% della vitamina D viene introdotta attraverso l’alimentazione. A contenere più vitamina D2, che poi viene trasformata in vitamina D dall’organismo, sono i cibi di origine animale, in particolare il pesce azzurro, salmone, tonno, merluzzo, sgombro, sardine, aringhe etc., ma anche pesce spada, cernia, molluschi, bottarga e caviale, meglio se provenienti da pescato libero. La vitamina D si trova anche nelle frattaglie soprattutto nel fegato, nelle uova nel tuorlo, nel latte e suoi derivati in particolare nel burro e nello yogurt. Per assimilare la vitamina D, che ha una struttura liposolubile, è importante inserire nella dieta il giusto apporto di grassi, che ne favoriscono l’assorbimento, via libera quindi all’Olio Extravergine d’Oliva. In caso di carenza è consigliabile assumere integratori specifici, sempre sotto controllo medico per evitare sovradosaggi rischiosi e inutili. Un’integrazione di vitamina D in caso di deficit accertato dalle analisi del sangue può attestarsi sulle 800/1000 Unità Internazionali al giorno per il periodo compreso da settembre a maggio/giugno.