Il cervo fa da ponte tra il mondo terreno e quello spirituale, incarnando il regno simbolico ed intermedio dell’anima verso cui il cervo vuole condurci. Il cervo è venerato in tutto il mondo per i suoi palchi alti, simili a rami, che si rinnovano ogni anno, simbolo della fertilità, della rigenerazione e della rinascita, del passare del tempo e dei flussi e riflussi della crescita spirituale. Ogni inverno i palchi cadono per poi ricrescere in primavera con una ramificazione in più, ad indicare l’aumento dell’età e della forza. Dall’Europa antica al Giappone medievale e al Nord America degli indiani nativi, i cacciatori acquisirono una conoscenza dei movimenti dei cervi tale da far nascere la credenza che queste creature potessero spostarsi da un mondo all’altro con un agile balzo. Il dio celtico degli animali della foresta, Cernunnos, adornato di palchi frondosi, radunava le anime dei morti per scortarle nell’aldilà, accompagnato dalla dea della caccia Flidass che, come la sua controparte greca Artemideguidava un carro trainato da cervi. Collegando il cervo ai misteriosi passaggi di nascita, morte e trasfigurazione, i miti narravano di femmine di cervo gravide che nuotavano fino all’isola di Artemide, la Madre Cerva, per partorire, oppure del cacciatore Atteone trasformato in un cervo, poi sbranato dai suoi stessi segugi, come punizione per aver spiato la dea mentre faceva il bagno. Il nome di questo animale ci viene dal latino cervus: parola dalle origini assai lontane, risalente a un’antica forma indoeuropea *ker-wo– (che è ampliamento in -u di *ker, “testa”), attestata in più aree, ossia in quella celtica (gallese carw, cornico carow, bretone karo), germanica (antico alto tedesco hiruz), baltica (prussiano sirwis, “capriolo”) e greca (xeraós, “cornuto”). Il cervo considerato un essere spirituale appartenente alla Dea Madre ed era associato a un culto della fertilità più terreno che celeste, anche se nel suo simbolismo non mancano elementi solari. I palchi di cervo erano una delle caratteristiche più tenute in considerazione perché, rinnovandosi periodicamente, lo rendevano il simbolo della vita che ringiovanisce di continuo, della rinascita e del corso della tempo. Questo ne faceva un degno rappresentante della Vita interpretata come divinità e del rinnovo della natura, incarnata spesso sotto le figure di dee e dei. Il cervo, infatti, era abbinato alla figura del Dio Cernunnos, uno dei più antichi dei celtici che sembra essere stato già invocato dalle popolazioni europee del Mesolitico e del Neolitico, dio che la tradizione cristiana utilizzo, insieme a Pan, per forgiare l’immagine del Diavolo. Cernunnos ha corna di cervo che gli svettano sul capo e tiene in mano un torque (simbolo di regalità). Nella Tradizione celtica i cervi erano detti “tori delle fate” o “bestiame della Dea” e la stessa definizione di “bestiame di Flidais” veniva data ai cervi che trainavano il carro della dea e le correvano attorno. I cervi erano perciò considerati gli intermediari fra il mondo degli Dei e quello degli uomini. Il cervo maschio era simbolo di rapidità, prestanza, agilità e vigore e nella sua figura di maschio combattente, di capo branco e solitario corridore rappresentava il guerriero, il capo clan o il cavaliere solitario. Il cervo incarnava una forza in sintonia con i ritmi della natura nell’avvenimento annuale della perdita e della ricrescita delle sue corna, più possenti delle precedenti. Vita-Morte-Rinascita erano il ciclo della vegetazione, il Canto della Vita che faceva il cervo e delle sue corna un potente simbolo di speranza, di longevità e abbondanza, un’importante figura dell’aspetto del divino della Natura(Cernunnos)che, pur appartenendo al regno animale, viveva un fenomeno vegetale. I Celti perciò usavano molti talismani in corno di cervo per evocare le qualità dell’animale e la sua pelle e i suoi palchi venivano adottati come ornamenti e indumenti rituali. La femmina del cervo, invece, rappresentante del principio femminile, possiede leggerezza, fiuto e grandi capacità di mutare forma e ha il ruolo di condurre il cacciatore nel profondo della foresta dei misteri. Infine, ancora più è la figura del cervo bianco. Nel nostro tempo molte volte è stato visto e fotografato il famoso Cervo Bianco dell’Isola di Arran, su cui, secondo la tradizione, Colite dei Fianca scrisse il poema Arran dai Molti Cervi. Il cervo bianco è associato al dio Lugh e alla luce segreta del sole, simbolo dell’iniziato ai misteri della vita e della morte, di colui che ha superato le prove di trasformazione e rinnovamento della propria personalità, ottenendo la conoscenza. In effetti in moltissime tradizioni questo animale, soprattutto di colore bianco, è simbolo del sole nascente che raggiunge lo zenit, è il mediatore tra cielo e terra, il messaggero divino. Il Cervo è il simbolo della rigenerazione vitale. Per il rinnovarsi periodico delle sue corna, che sono paragonate anche ai rami degli alberi, assumono un valore allegorico di sviluppo e di unione tra le forze superiori e quelle inferiori. Quindi le corna del Cervo si ergono a simbolo della longevità e del ciclo delle rinascite successive. Nella leggenda greca di Ciparisso, la morte del Cervo è all’origine del Cipresso, simbolo dell’immortalità e dell’eternità. Significato simbolo totem Cervo.. quando incontriamo il cervo in natura, il nostro respiro viene catturato è come se si mozzasse o rallentasse per la bellezza e la maestosità dell’animale davanti al quale ci troviamo, pieno di grazia e dai movimenti delicati, la tenera bellezza di queste bestie non è passata inosservata dai nostri antenati, oltre al fatto che se ne cibavano. Il cervo è legato alle arti, in particolare alla poesia e la musica nell’antica tradizione celtica a causa della sua forma aggraziata. I Celti credevano anche che il cervo fosse associato con il regno delle fate e portasse truppe di fate quando il cervo tagliava per la foresta velocemente. Sia i Celti che i nativi americani osservarono il cervo perché videro quanto esperto fosse questo animale nel trovare le erbe migliori. Molti di queste popolazioni avrebbero seguito il cervo durante il suo pascolo per imparare quali erbe mangiare o da usare per curarsi dalle malattie. . Proprio come il cervo ha quella spinta interiore per cercare la terra più verde e migliore anche voi se avete questo totem come animale guida, cercate continuamente i vostri tesori nascosti; nella meditazione o durante il sogno, cercate di unirvi al vostro totem cervo, che vi condurrà nelle profondità della vostra anima, non per nulla era uno degli animali più usati dagli sciamani di certe tribù, oltre al cavallo, l’orso e l’aquila. Il cervo (in particolare la cerva, la femmina) ha la capacità di dare infinita generosità. Il loro cuore pulsa al ritmo delle onde morbide della gentilezza, partite quindi nel viaggio interiore donando piena fiducia al cervo e lui vi ricompenserà con la più potente delle medicine spirituali. In Cina il cervo è simbolo di felicità e fortuna, infatti, il suo nome in cinese è un omonimo per la parola abbondanza. Secondo le tribù indiane americane il cervo rappresenterebbe l’amicizia e l’amore legato al desiderio che consuma e guida gli atavici desideri quelli che non permettono di fermare ciò che si sente ma di raggiungere lo scopo dell’accoppiamento anche rischiando di morire nel tentativo. La sua fisionomia da quanto riportano gli insegnamenti nativi, sembra indicare che il cervo non stia così attento a riconoscere la parte bianca o quella nera ma le compenetra entrambe per arrivare allo scopo usando ciò che conosce per i suoi scopi. L’amore che riesce a generare il cervo ha il potere di sanare ogni ferita passata o presente in chi è fatto oggetto delle sue attenzioni, cercando di levare dai guai la persona che sta passando in cattive acque. Se il cervo si presenta nei sogni personali porta il messaggio di amare gli altri nonostante i difetti del carattere o delle azioni non proprio positive nei propri confronti, lasciando da parte le nostre aspettative giacché nessuno deve essere costretto ad essere ciò che non è ma solamente amato per quello che è. Un’altra lezione che possiamo apprendere dal cervo è di mantenere intatta la nostra attitudine spirituale, orientarla sempre verso il bene senza lasciarci influenzare da persone o situazioni negative, lasciandole sciogliere nell’aria da sole, mantenendosi cordiali e fiduciosi anche nelle situazioni più difficili, solo così l’energia divina sarà aperta.