.. un po’ tutti ci siamo posti almeno una volta la domanda “da cos’è fatto il fuoco?” lo vediamo con un contorno luminoso netto quando arde dallo stoppino una candela o quando crepita ondulando dai ceppi sul caminetto.. ne percepiamo quelli che potremmo indicare come gli effetti, la luce ed il calore, talvolta persino il suono sotto forma di crepìtio, e sfruttiamo questi effetti per illuminare e per riscaldare.. in pratica è come se un po’ tutti i nostri sensi fossero coinvolti nella percezione del fuoco, almeno per quanto riguarda “alcuni fuochi”, ma in qualche modo è come se intuissimo che luce e calore non siano altro che effetti secondari e che il fuoco in sé sia qualcosa d’altro, qualcosa la cui essenza ultima ancora ci sfugge.. talvolta frastagliato, evanescente, irrequieto e convulso, altre volte così fermo e definito che ci sembra di poterlo afferrare con due dita, come la fiamma immobile e gialla di una candela.. l’universo simbolico dell’Fuoco in ogni cultura orbita intorno a questa entità, dalla sua divinizzazione alla sua comprensione nella quaterna degli elementi fondanti del nostro Universo insieme ad Acqua, Terra ed Aria.. l’aspetto del fuoco le molecole intermedie che si formano a partire dal combustibile, quelle parzialmente demolite per ossidazione, quindi più piccole, più volatili, che non si sono ancora completamente ossidate ad anidride carbonica, sono specie chimiche talvolta altamente instabili, che sopravvivono nell’ambiente del fuoco per brevissimi istanti, anche perché spesso si tratta di molecole per certi versi incomplete ed estremamente reattive, i cosiddetti radicali del carbonio, dell’ossigeno e di entrambe gli elementi combinati fra loro.. questi radicali instabili possono caricarsi energeticamente in funzione dell’energia sprigionata dal processo stesso di combustione quasi immediatamente però cedono l’energia acquisita e lo fanno, fra gli altri sistemi, sotto forma di radiazione elettromagnetica luminosa, secondo lunghezze d’onda che sono specifiche per ciascuna specie radicalica.. è entrata da anni nel nostro linguaggio quotidiano l’espressione “bruciare” legato alle sostanze nutritive energetiche assunte con l’alimentazione, come per esempio gli zuccheri e i grassi, anche se spesso non riflettiamo fino in fondo sul fatto che si tratta di catene di reazioni chimiche che, seppur con step intermedi e modalità di conduzione completamente diverse, condividono tuttavia lo stesso bilancio complessivo fra reagenti e prodotti, ovvero fra le molecole organiche e l’ossigeno a monte, e l’anidride carbonica e l’acqua a valle del processo.. volessimo paragonare l’Essenza del Fuoco a qualcosa di già appartenente al nostro Mondo Macroscopico ed Esteriore, più che ad un oggetto materiale o a una sostanza chimica, potremmo quindi accordarci con gli Antichi che vedevano in esso l’Entità Propulsiva della Vita.. un Essere Vivente che nasce, si alimenta, respira, brucia, si manifesta, si propaga e che è suscettibile di morte per mancanza di cibo o di aria..