Esiste un ritmo biologico, un palpito universale presente in ogni cellula, indipendentemente dagli stimoli biochimici che ogni unità biologica recepisce.. ogni cellula del nostro organismo reagisca solo sotto l’influenza di stimoli esterni, vuoi di natura biochimica, vuoi di natura fisica-ambientale. Enzimi, ormoni, neurotrasmettitori attivano o spengono le nostre funzioni biologiche, agendo su recettori cellulari. La luce, il buio, la rotazione terrestre, la temperatura, la latitudine, la longitudine si sa che influiscono sulle funzioni circadiane delle nostre unità biologiche. Pare esista invece una funzionalità autonoma, non così causale, dipendente cioè da elementi esterni o di controllo centrale. Intendo dire che ogni nostra cellula possiede facoltà sue proprie “on” “off” di attivazione e spegnimento, una sorta di autofunzionalità, di autocompetenza e autoconsapevolezza e ciò è per me meraviglioso. Un dio nascosto in ogni cellula dirige un’orchestra autonoma e di concerto collettiva, come se ogni nostra unità biologica avesse un’anima sua propria, un diapason oscillante in risonanza o dissonanza con la Sorgente. Nelle piante, non solo le foglie, i rami, le radici, ma anche le più infinitesimali porzioni delle membrane lipidiche, sono animate da un’onda ritmica biologica, da una “marea” che la vita muove (Nakumara Y, 2018) (1). Tutti gli organismi viventi possiedono cellule dotate di un orologio interno, di una autoregolazione o “ritmo circadiano”. Nella “drosofila”, comunemente chiamata moscerino della frutta e in noi esseri umani biologicamente più complessi, esistono “geni orologiai”, “clock genes”, dotati di funzioni autonome che rispondono solo in parte alle leggi universali, conservando un libero arbitrio biologico individuale (Balk LS 2018) (2). All’inizio fu la luce, “fiat lux”, e l’alternarsi di luce e buio che coordinò la ritmica armonia che governò tutti gli organismi viventi. La funzione clorofilliana, le sintesi di zuccheri animarono la danza dell’universo. Un dio nascosto scelse che ciò avvenisse con un ritmo circadiano di 24 ore. Dalle cellule vegetali, ai batteri, alle cellule prime degli organismi più complessi, fino ai mammiferi, una legge universale sancì che l’accordatura doveva in primis essere effettuata. Poi avvenne un ulteriore miracolo. Ogni cellula, ogni unità vitale sviluppò una propria autonomia genetica, con l’obbligo di mantenere l’equilibrio, evitando ogni eventuale disconnessione dalla legge armonica universale. Oggi si pensa che i tumori dipendano da una desincronizzazione patologica cellulare, che diviene l’anarchia incontrollata del cancro. Le stesse malattie metaboliche pare derivino da questa desincronizzazione. Persino la patologia più diffusa del mondo, l’invecchiamento, consegue a questa progressiva scordatura. Non entro in approfondimenti tecnici, perché i miei articoli sono rivolti al vasto pubblico e per chi fosse interessato consiglio la lettura dei numerosi articoli del Prof Panda Satchidananda, guru della cronobiologia. Come spiegazione sintetica, affermo che ogni cellula possiede oscillatori molecolari autonomi, proteine o network di proteine danzanti e reti genetiche e fattori trascrizionali che producono un potenziale libero arbitrio delle nostre unità biologiche. Esiste poi un direttore d’orchestra localizzato nell’ipotalamo, nel nucleo soprachiasmatico e una unità di sintesi ormonale centrale, che è la ghiandola pineale, con la secrezione dei suoi mirabili ormoni tra i quali la melatonina. Ritornando al tema della armonia biologica, posso affermare che ogni organulo cellulare, nucleo, mitocondrio è sottoposto ad un controllo ritmico che si esercita tramite una sorta di “mantra” prodotto da enzimi e da mediatori proteici. Quando il controllo ritmico centrale e l’accordatura cellulare periferica si squilibrano, l’anarchia armonica determina l’impazzimento delle cellule, la patologia, la depressione, il cancro e la stessa morte cellulare e dell’intero organismo. Tuttavia, il riconoscimento di questa sinfonia biologica, apre nuove vie terapeutiche. La cronoterapia, la cronofarmacologia, la crononutrizione, la crononutrigenomica potrebbero avere un impatto significativo sulla pratica clinica. Oltre il piano biologico e cronobiologico, occorre poi aprire un nuovo portale coscienziale. Se ogni cellula del nostro organismo è soggetta a leggi ritmiche biochimiche, genetiche e fisiche sue proprie, tanto più ognuna delle 100.000 miliardi di cellule che compongono il nostro corpo, possiederà un’anima autonoma. Di conseguenza, anche le terapie dell’anima, la meditazione, l’ipnosi evocativa regressiva, lo yoga, la preghiera, potranno rappresentare delle cure volte all’accordatura e alla riconnessione con l’Uno. Le miriadi di anime cellulari che ci compongono si intonano ogni istante con il mantra, “Om”, il “Verbo della Sorgente”. Questo è il meraviglioso Palpito dell’Uno.