Il tessuto cultural-spirituale del Giappone dei secoli scorsi è stato caratterizzato dall’intreccio di correnti filosofiche e di percorsi religiosi diversi che ha molto probabilmente favorito il costituirsi di una tradizione spirituale profonda, originale, luminosa, capace di rinnovarsi con estrema libertà. Mikao Usui, il fondatore della disciplina del Reiki, nasce a Kyoto nel 1865 e respira, fin dall’infanzia, la coesistenza di correnti di pensiero filosofico-religioso accomunate dal tentativo di andare oltre la conoscenza concettuale, razionale e le sue limitazioni. Il misticismo, marginale nella cultura occidentale, ha assunto invece in Oriente un ruolo centrale. I sistemi filosofici quali l’Induismo, Buddhismo, Shintoismo e Taoismo, hanno permeato la formazione culturale e spirituale di Mikao Usui e il Reiki ha assorbito molti degli insegnamenti di queste antichissime, ancestrali vie di “liberazione”. Molti degli insegnamenti tramandati per via orale e/o presenti nei testi sacri, sono volti alla comprensione che ogni aspetto della realtà rimanda al suo contrario e che gli opposti possono esistere solo in rapporto uno all’altro.     Eros e castità, vita e morte, eroismo e viltà, gioia e dolore non sono decodificate secondo rigide categorie contrapposte, bensì espressioni di una stessa entità e hanno lo scopo di farci sperimentare l’unione con l’ambiente circostante e l’unità degli opposti.
Nella Bhagavad Gita, poema epico e testo sacro dell’Induismo, Krisna, travestito da auriga, mette in guardia Arjuna “dall’intelligenza distinguente” e lo esorta: “…o Arjuna, renditi libero dalle coppie di opposti” (II, 44 e 45).

Anche per il Buddhismo, la Liberazione richiede il superamento degli opposti. Una delle voci più autorevoli, Suzuki, racconta che un monaco zen domandò: “Dove dimora la mente?” Il Maestro rispose: “La mente dimora dove non c’è dimora”. “Ma cosa significa?” “Quando la mente non risiede in alcun oggetto particolare, noi diciamo che essa dimora dove non c’è dimora”.

“Ma cosa vuol dire non risiedere in alcun oggetto particolare?” chiede il monaco perplesso. “Vuol dire non dimorare nel dualismo tra bene e male, tra essere e non essere, pensiero e materia, significa non dimorare nel vuoto o nel non-vuoto, nella tranquillità o nel suo contrario. Dove non vi è luogo di dimora, là è davvero il luogo di dimora per la mente.” Il Reiki di Mikao Usui, prende origine anche da questi insegnamenti e si definisce nel suo intento principale nell’incoraggiare e sostenere le persone nel condurre una vita armoniosa e consapevole, attraverso la pratica e l’applicazione dei suoi principi:
Solo per oggi non ti arrabbiare
Solo per oggi non ti preoccupare
Onora i genitori, i Maestri, gli Anziani, gli Antenati
Guadagnati da vivere onestamente
Sii grato alla vita in ogni sua manifestazione
     
Per gli uomini e le donne del nostro tempo incontrare Reiki significa trovare il punto di incontro tra Spirito e Materia, tra Psiche (Anima) e Soma (Corpo), rimettere in equilibrio le polarità che si creano all’interno del proprio sistema, vivendo nel momento presente, nel “qui e ora”.
Dentro ognuno di noi convivono tutti questi contrari, spesso influenzati
dalla cultura e dai valori sociali del nostro ambiente di riferimento (familiare, lavorativo, …): Reiki ci insegna che ci può essere grande attenzione al Corpo, agli aspetti materiali della vita (cibo, casa, denaro) in armonia
con la propria ricerca spirituale di senso e di connessione con il Divino.

“Rei” è l’Energia Vitale Universale, quanto di più impersonale e assoluto possiamo concepire, e “Ki” è l’Essenza Individuale, la forma e la sostanza uniche e irripetibili in cui si manifesta tale Energia: ancora una volta due estremi che si ricongiungono e si armonizzano, ricordandoci che non c’è separazione tra gli opposti, bensì una spinta verso l’integrazione.

Quando nella nostra vita ci sentiamo separati, divisi, indecisi, chiamati da parti diverse presenti in noi, fare Reiki ci riporta a uno stato di Centratura, di Equilibrio e di Armonia, permettendoci di fare scelte e percorrere
i passi del nostro cammino, anche quelli più difficili, dolorosi e complessi, in uno spazio di calma, serenità e profonda consapevolezza.

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