Il termine Pachamama ha nel pensiero andino implicazioni filosofiche profonde. Pacha in lingua Quechua significa sia Tempo che Spazio, quindi il mondo animato nella sua totalità. Il concetto è molto differente da un’altra parola nativa Alpa, che si riferisce alla terra come materia costituisce il suolo naturale. Non è propriamente una dea con caratteristiche personali definite, anche se suscettibile a personalizzazioni secondo specifiche credenziali regionali.. non è nemmeno una forza impersonale indefinibile come mana termine polinesiano che indica un potere sovrannaturale che impregna oggetti o entità.. è invece lo spirito dotato di attributi genetici, rigenerativi di femminilità. È la divinità creatrice per eccellenza, che simbolizza la fecondità delle piante, degli animali e dell’uomo. E’ prodiga e tollerante, però di fronte all’indifferenza umana può ritirare la sua protezione propiziatoria dando luogo all’indebolimento la scarsità. L’andino le offre un grande rispetto e quindi il fatto stesso di aprire un solco con l’aratro, non può avvenire senza prima aver ottenuto il permesso con l’espressione dichicha bevanda spesso alcolica ottenuta attraverso la fermentazione del mais o di altro liquore alla Madre Terra. Non facendolo potrebbe ferirla o graffiarla, mancarle della devozione necessaria. La Pachamama non può essere aspersa con acqua, occorrono sempre bevande alcoliche, perché nell’alcol c’è il fuoco, elemento purificatore. La terra quindi è un’entità con un corpo con parti corrispondenti a quelle dell’uomo. L’uomo non può intervenire nei ritmi creatori e distruttori della Terra, se li alterasse cambierebbe il flusso delle loro forze.. la fecondità del pianeta dipende da queste e dalla sua unione con il Cielo quando Terra e Cielo si congiungono viene perpetuata la creazione cosmica..

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By Klara

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