Il tratto ossessivo diverso dalla patologia ossessiva è un Tratto di Personalità molto comune, soprattutto in Occidente.. meticolosità, criticismo, autodeterminazione, indipendenza, ricerca della perfezione, controllo, autosacrificio… sono tutti aspetti della personalità che sono premiati dalla società e dalla cultura sin dai primi anni di vita di un bambino. Verso i 2/3 anni il bambino vitale e gioioso, inizia a manifestare la sua volontà di imporsi sull’ambiente e di esercitare quindi la sua autonomia. Questa volontà del bambino può trovarsi di fronte a un conflitto tra la ricerca di autodeterminazione e l’inibizione di quest’ultima, che passa attraverso la soppressione della spontaneità e dell’autonomia per mezzo di strategie educative basate sulla repressione, la svalutazione e la vergogna piuttosto che sul confronto e sul ragionevole e opportuno controllo dell’esuberanza del bambino. Quante volte abbiamo visto al parco bambini che vengono continuamente redarguiti ad ogni passo che fanno “non ti sporcare!”, “ non ti sedere a terra”, “copriti” “non correre”.. ogni iniziativa autonoma, spontanea o giocosa del bambino viene repressa più che incentivata e gestita con autorevolezza. Il genitore severo preferisce sopprimere un comportamento anziché condividerlo col bambino, insegandogli come fare in una data situazione che reputa poco opportuna. La repressione e la svalutazione determinano un profondo senso di inadeguatezza, frustrazione, rabbia e vergogna nel bambino, minando la sua autostima “Da Solo Non Ce La Faccio”. Cosa accade se un bambino vuol mettersi la giacca da solo? “lascia stare che ci metti troppo tempo, non ci riesci!, lo fa mamma…, Papà..”…e se il bambino ci fa fare brutta figura con gli altri genitori? O a scuola? Ecco che il meccanismo d’evitamento ed inibizione vergogna si trasmette di generazione in generazione: “se mi fai fare brutta figura te ne farò pentire”! “se non fai questo, le altre mamme mi prenderanno per una cattiva madre”!!. La società impone una certa forma, rigore, controllo, tutto a scapito della spontaneità della libera espressione emotiva. Certamente non è possibile abbandonare il bambino alla totale autonomia, perché non è in grado di gestirla e l’adattamento alla società impone che si stabiliscano e si rispettino delle regole e dei confini. Tuttavia gli stili educativi tendono ad essere spesso dicotomici: o eccessivamente lassisti o eccessivamente rigidi. Ciò determina stili di personalità ossessivi o narcisistici (modelli educativi rigidi) o personalità anti-sociali o caratterizzate da scarsa regolazione dei propri impulsi (modelli lassisti), che hanno a che fare con l’incapacità di adattamento alla società e alle sue regole implicite ed esplicite. La società trasmette i suoi valori attraverso le istanze sociali e le autorità che il bambino percepisce come fonti di insegnamento (famiglia, scuola, sport, religione..). Il tratto ossessivo è premiato in ogni ambito, perché la ricerca della perfezione, la perseveranza, la diligenza, la preoccupazione circa la prestazione, il voler ottenere buoni risultati sono caratteristiche che tutti noi, per cultura associamo al successo, all’ambizione, alla buona condotta. “E proprio un bravo bambino!! Tutto pulito e bravo a scuola”!!! Il vincente è colui/colei che ha successo nella vita, che è stimato, che non commette errori, attento, che previene le difficoltà, che controlla e ricontrolla il suo lavoro prima di consegnarlo e in un certo modo, queste qualità prese nel loro insieme possono giovare sia alla personalità che all’adattamento della nostra personalità alla società. Ma cosa succede se questa severità e questo rigore sono eccessivi e se interiorizzammo un Super Io/Genitore Interno troppo severo? Il modo in cui gli adulti intervengono nella fase di autonomia del bambino, può generare la ferita del futuro ossessivo: esagerate richieste, regole troppo soffocanti, mancanza di rispetto autentico per l’autodeterminarsi del bambino. Egli sperimenta una sorta di ingabbiamento della sua volontà d’azione ed espressione spontanea. “Questi genitori chiedono troppo e troppo presto. Non educano i figli, li ammaestrano. Talvolta si presentano come modelli di infallibilità. Il loro messaggio è: tu vali per le tue performance, non per le tue qualità umane, relazionali, affettive; vali per cosa fai, non per ciò che sei. Questi bambini hanno una continua paura di fare errori, e la sgradevole impressione di non fare mai abbastanza. In sostanza i condizionamenti genitoriali eccessivi impediscono il sano sviluppo della sua volontà interna….” “..C’è anche un’altra possibile origine, diametralmente opposta alla precedente: un ambiente familiare caotico, senza regole, in cui manca ogni certezza. Il bambino ha bisogno di sicurezza, ripetizione, prevedibilità, per poter sopravvivere e non essere invaso dalla paura, e quindi si crea le regole da solo. In mancanza di una presenza costante e amorevole, che si prende cura di lui, fornendogli un ambiente protetto e rassicurante, egli sperimenta la paura o il terrore della transitorietà, della continua aleatorietà. Per contrastare questa paura, sviluppa un forte bisogno di controllare, prevedere, vigilare, possedere.In tal modo si costruisce un genitore normativo e critico al suo interno”….