Viviamo in un momento storico molto “particolare”, l’equilibrio non è una virtù di questa generazione, o forse si, se pensiamo allo stress del quotidiano che la società impone. Ed è in virtù di un sistema così incalzante e spesso destabilizzante che ci si ritrova a vedere nella propria esistenza “solo problemi”, al punto che sembra la vita non offra altro.  Sono in tanti gli individui sempre preoccupati, anche senza ragione che se hanno un problema si preoccupano, si angosciano… si distruggono senza risolvere il problema, e se non ne hanno li creano. Persone che vivono in uno stato di perenne tensione, e che non riescono a godersi nemmeno un momento di serenità, è la logica conseguenza di una vita basata sulla paura, quasi sempre dettata da situazioni che si è incapaci di gestire (e di certo la paura non aiuta a superare le difficoltà). Ci si ritrova così ad  avvelenare la propria esistenza e i pochi momenti di pace senza ragione. Normalmente si dovrebbe urlare, ridere, amarsi nei rari momenti in cui non si hanno problemi, accade invece che  per una distorta percezione della realtà, ecco che vengono creati nuovi “psicodrammi” che inevitabilmente sfoceranno poi in seri problemi. E quando non si riesce a creare un nuovo problema, magari vengono rispolverati scheletri del passato che erano stati già “risolti” e sepolti! Ma l’assurdo non è solo il male che facciamo a noi stessi, ma anche quello che facciamo agli altri quando il nostro “FINTO” problema pretendiamo diventi un problema di tutti! Per alcuni appare quindi normale angosciare l’esistenza degli altri con diversi tipi di paranoie, e anziché alzarsi e combattere si preferisce “scaricare” sugli altri la propria rabbia e frustrazione, in cerca di momentaneo sollievo, salvo poi stare peggio di prima. Possiamo vedere quanto ci accade con occhi diversi, magari come delle “prove” per realizzare la nostra capacità di risoluzione, o forse per indirizzarci in altre direzioni. Conoscere le proprie emozioni è quindi un processo indispensabile  che ci offre la possibilità di osservare i nostri meccanismi con occhi “consapevoli”. Quella che segue è una tecnica giapponese per ridurre lo stress e si basa sulla riflessologia. Tali tecniche, sono molto efficaci, soprattutto nei momenti di “forte ansia”, la concentrazione sulle dita, permette infatti entrare in uno stato di “quiete”.  Inoltre, la pressione sulle dita, corrispondente alla specifica emozione e organo interno, crea dei benefici notevoli. In occidente non conosciamo il potere che possiede ogni parte del nostro corpo in generale e le dita delle mani in particolare. Ognuna di esse ha a che fare con una diversa emozione o un sentimento. Secondo i cultori di questa tecnica, a seconda di quale dito viene premuto o massaggiato, si allevia un dolore specifico. Se spingete un palmo contro l’altro e premete per alcuni secondi, potreste arrivare anche a sradicare la negatività dalla vostra vita inclusi alcuni dolori e malattie che si sviluppano come conseguenza delle emozioni tossiche. Per poter comprendere meglio questa tecnica, per prima cosa bisogna conoscere le emozioni associate ad ogni dito della mano. Pollice: preoccupazioni, nervi e stress. Indice: paure. Medio: ira, rabbia e collera. Anulare: depressione, tristezza e indecisione. Mignolo: pessimismo, mancanza di energie e ansia. La spiegazione di questa tecnica si basa sul fatto che le mani sono connesse al cervello, precisamente alla zona incaricata di gestire le emozioni. Per poter realizzare questa tecnica, bisogna chiudere il pugno sinistro e avvolgerlo con le dita della mano destra. Un’altra opzione per lavorare sulle emozioni tramite le dita si basa su un’arte giapponese chiamata “Jin Shin Jyutsu” letteralmente “arte della felicità”. Bisogna massaggiare diversi punti della mano a seconda di ciò che proviamo. Il pollice rappresenta le preoccupazioni, l’indice le paure, il medio la rabbia, l’anulare la tristezza e il mignolo l’autostima. Aprite una delle mani e prestate attenzione al dito che rappresenta la vostra situazione. Premete nelle due falangi per alcuni minuti usando il pollice e l’indice dell’altra mano oppure usate il pugno chiuso in modo che il dito in questione rimanga “intrappolato”. Una volta terminato il procedimento, cambiate mano e ripetete l’esercizio. Queste tecniche non solo ci aiutano in caso di stress e problemi emotivi, ma anche per alleviare dolori prettamente fisici. In questo caso, ogni dito rappresenta un gruppo di disturbi che elenchiamo di seguito: Pollice: stomaco e milza, mal di testa o di pancia e problemi alla pelle. Indice: reni e vescica, dolori muscolari e problemi digestivi. Medio: cistifellea e fegato, dolori mestruali o mal di testa, problemi alla vista o circolatori e affaticamento. Anulare: colon e polmoni, indigestione, problemi respiratori Mignolo: cuore e intestino, problemi ossei…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *