L’arcano della Salvezza.. guarire i traumi del passato e del presente con la visione immaginale e la protezione del Nat 8.. rappresenta un trauma del passato che si ripercuote nel presente e che va guarito. Questo corpo è un’apparizione magica, è il riflesso della luna sull’acqua, un’ombra senza carne nè ossa, un miraggio che muta momento per momento, un sogno che la mente proietta. un’eco, un fantasma senza sostanza. Questo corpo è simile ad una nuvola che cambia forma continuamente, è un arcobaleno bello e vivido ma privo di sostanza, un lampo che rapidamente appare e svanisce. Questo corpo è una bolla che rapidamente si forma e scompare all’improvviso.  E’ il riflesso in uno specchio, vividamente visibile ma privo di sostanza. .  (Keith Dowman, “La Danzatrice del Cielo, La Vita Segreta e i Canti di Yeshe Tsogyel”, Ubaldini – Roma). Nella visione della psicologia immaginale, come nelle tradizioni spirituali, animiste e sciamaniche dei popoli, l’oggetto esiste unicamente come immagine dell’anima. Noi siamo I sognatori del nostro sogno e tutto è sogno, immagine, proiezione. Fino a che gli eventi vengono vissuti come oggettivi, indipendenti dalla nostra facoltà di immaginarli, si è nel ruolo di vittima. Per passare dallo stato di vittima a quello di co-creatore della propria vita è indispensabile incominciare a sentire che gli eventi hanno una dimensione immaginale. La vittima è in uno stato continuo di paura e di autodifesa e non può agire in modo creativo, non può lasciarsi andare e scoprire il nuovo. L’immaginalista, colui che, grazie alla visione immaginale o a un cammino spirituale, ha superato il ruolo di vittima, riesce anche ad arrivare a sviluppare la visione della complessità del reale e a vedere come tuti gli eventi siano gli uni dentro negli altri e come, in verità, tutto accada ora, tutto accada proprio ora, in un eterno presente. Il senso del tempo lineare, al pari del materialismo, è un inganno della coscienza. Se tutto accade ora e tutto è immagine, allora tutto può essere risolto, guarito, perdonato e trasformato. Nella psicologia immaginale gli eventi son visti come immagini; ma immaginare non significa produrre immagini. Le immagini non sono un secreto del nostro cervello o del nostro cuore, anche il nostro cervello e il nostro cuore, sono, infatti, immagini. Immaginare significa evocare, cioè richiamare una presenza, una forza da una dimensione invisibile a una visibile. Queste presenze sono viste come anima. Ecco perché immaginare è detto il processo del fare anima. Le immagini sono parti dell’anima del mondo, sono spiriti, daimones, dei e dee. Noi evochiamo immagini a mezzo di intenzioni profonde. Queste intenzioni, fino a che non si sia conquistata una stabile libertà interiore, sono frutto di un potente condizionamento familiare e sociale. A volte evochiamo immagini che sono fonte di traumi e sofferenza. Queste immagini permangono nel nostro campo energetico come spiriti perturbati e vanno pacificate. La psicologia immaginale, nella sua pratica, è innanzitutto l’arte della pacificazione delle immagini.

.

By Selena Calloni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *