Le lodi, l’adulazione, i modi esageratamente affettati, le parole altisonanti, sono estranee all’idea di gentilezza della cultura Lakota. Simili modi eccessivi sono visti come insincerità, e l’oratore prolisso è considerato maleducato e sconsiderato. La conversazione non viene mai avviata da una sola persona, o con modi sbrigativi.

Ai fanciulli viene insegnato che la vera gentilezza si esprime attraverso le azioni, piuttosto che le parole. Ai bambini è proibito di passare tra il fuoco acceso al centro di un convivio e le persone più adulte o gli ospiti seduti intorno ad esso. I bambini non possono parlare mentre gli altri parlano, né può permettersi di prendere in giro le persone storpie o sfigurate. Se un bambino sconsideratamente si comporti nei modi anzidetti, un genitore, a voce bassa, lo rimette subito in riga.

Il silenzio è molto significativo tra i Lakota, e trascorrere qualche momento in silenzio prima di parlare è il nostro modo di osservare la regola per cui il pensiero deve venire prima del discorso. Anche in mezzo alla sofferenza, la malattia, la morte o la sfortuna di qualsiasi tipo, il mantenimento di un grande silenzio è indice di rispetto. E’ a causa della stretta osservanza di questo principio di buona condotta che l’uomo bianco ci ha affibbiato la falsa etichetta di stoici (insensibili, indifferenti – n.d.t.). Di conseguenza i Lakota hanno giudicato l’uomo bianco, stupido, indifferente e insensibile.

Non crediamo che le grandi pianure, le belle colline, i torrenti tortuosi siano ‘selvaggi.’ Solo per l’uomo bianco la natura è ‘selvaggia’ e ‘infestata’ da bestie e genti ‘selvagge.’ Per noi al contrario è l’uomo bianco ad essersi fatto addomesticare. La Terra è abbondante e siamo circondati dalla benedizione del Grande Mistero.

Tra noi vige il principio reale ed attivo della parentela tra tutte le creature della terra, del cielo e dell’acqua. Nel mondo animale si è manifestato un sentimento fraterno che ha fatto si che la tribù dei Lakota potesse conviverci in sicurezza.

Questa visione circa la interconnessione di ogni forma di vita ha dotato i Lakota di un sentimento di costante amore verso la natura. Ha riempito il loro essere con la gioia ed il mistero della vita; ha insegnato loro il rispetto per la vita, perché tutte le cose hanno pari importanza nello schema dell’esistenza.

E’ un bene che la pelle nuda tocchi il suolo. Agli anziani Lakota piace sfilarsi i mocassini e camminare a piedi nudi sulla terra sacra. Il vecchio indiano continua a vivere sulla terra, anziché spostarsi verso l’alto ed il lontano, dissipando energie. Sedersi o sdraiarsi sulla terra lo aiuta a pensare più profondamente e a percepire più acutamente. Egli può vedere con più chiarezza nei misteri della vita e sentirsi più in parentela con le altre vite che lo circondano.

Tutto possiede personalità, anche quando differisce da noi nella forma. La conoscenza è insita in ogni cosa. Il mondo è come una biblioteca, i cui libri sono le pietre, le foglie, l’erba, i ruscelli, gli uccelli e gli animali che hanno condiviso con noi, allo stesso modo, le calamità e le benedizioni della terra. Abbiamo imparato a fare ciò che può apprendere solo lo studioso della natura, cioè a sentire la bellezza. Non abbiamo mai inveito contro le tempeste, i venti furiosi e le gelate mordaci delle nevi. Il nostro compito è adattarci, profondere più sforzi ed energie, senza lagnarci.

Il vecchio Lakota era saggio. Sapeva che il cuore di un uomo se condotto lontano dalla natura, diventa difficile; sapeva che l’assenza di rispetto per la coltivazione, la frenesia per le cose immediate, avrebbe portato all’assenza di rispetto per gli altri esseri umani. Così egli teneva i suoi figli sempre a stretto contatto con l’influenza della natura.

La civiltà moderna mi è stata lanciata addosso, ma non ha aggiunto un briciolo al mio Amore per la Verità, alla mia onestà e alla mia Generosità…

 

By Luther Orso in Piedi Capo della Tribù Oglala Lakota Sioux

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