……La scienza materialistica occidentale non lascia spazio ad alcuna forma di spiritualità e di fatto la considera incompatibile con la visione scientifica. Il fatto di essere spirituali equivale ad essere privi di comprensione scientifica del mondo, è sinonimo di superstizione, di pensiero magico primitivo, di immaturità emotiva. L’esperienza diretta di realtà spirituali è segno di grave malattia mentale.
La ricerca moderna nel campo della coscienza dimostra invece che la spiritualità è una dimensione naturale e legittima della psiche umana e dell’ordine universale delle cose.
Tutte le società umane dell’era preindustriale erano d’accordo sul fatto che il mondo materiale, quello che percepiamo e nel quale operiamo nella vita di tutti i giorni, non è l’unica realtà. La loro visione del mondo comprendeva l’esistenza di dimensioni nascoste della realtà, abitate da vari dei, demoni, entità disincarnate, spiriti ancestrali e animali di potere.
Le culture preindustriali possedevano una ritualità e una profonda vita spirituale imperniate sulla possibilità di ottenere un contatto esperienziale diretto con questi regni e questi esseri solitamente nascosti, e di ricevere da questi ultimi informazioni importanti o aiuto. Essi credevano che questo fosse un modo utile e importante per influenzare il corso degli eventi materiali.
Le descrizioni delle sacre dimensioni della realtà e l’esaltazione della vita spirituale sono in netto contrasto con il sistema di credenze che domina il mondo industriale. Secondo la scienza accademica dominante in Occidente, solo la materia esiste veramente.
La storia dell’universo è la storia dell’evoluzione della materia. La vita, la coscienza e l’intelligenza sono epifenomeni più o meno fortuiti e insignificanti di questo sviluppo. Sono apparse sulla scena dopo miliardi di anni di evoluzione di materia inerte e passiva, in un’irrilevante, minuscola parte di un immenso universo. È ovvio che in un universo di questo tipo non vi sia posto per la spiritualità.
Alla luce delle osservazioni tratte dallo studio degli stati olotropici, la consuetudine di ignorare sprezzantemente la spiritualità e di relegarla nel campo delle patologie, tipica del materialismo monistico, è ormai insostenibile. Negli stati olotropici le dimensioni spirituali della realtà possono essere esperite direttamente, in un modo altrettanto convincente delle esperienze quotidiane nel mondo materiale. È anche possibile fornire una descrizione graduale, passo dopo passo, dei procedimenti che facilitano l’accesso a queste esperienze. Lo studio attento delle esperienze transpersonali dimostra che esse sono ontologicamente reali e che ci forniscono informazioni su aspetti importanti dell’esistenza, aspetti ordinariamente nascosti.
In generale, lo studio degli stati olotropici conferma l’intuizione di C. G. Jung, secondo il quale le esperienze che traggono origine nei livelli più profondi della psiche (quelle che nella mia terminologia definisco “perinatali” e “transpersonali”) posseggono una qualità particolare, che egli chiamava “numinosità” (riprendendo un termine usato da Rudolph Otto). Il termine “numinoso” è relativamente neutro, ed è pertanto preferibile ad altre accezioni simili, quale “religioso”, “mistico”, “magico”, “santo” o “sacro”, che sono spesso state usate in contesti discutibili e sono quindi facilmente fuorvianti.
Il senso della numinosità è fondato sulla comprensione diretta del fatto che stiamo entrando in contatto con una sfera appartenente ad un ordine superiore di realtà, un ordine sacro, radicalmente diverso dal mondo materiale.
Per evitare malintesi e confusioni, che in passato hanno compromesso dibattiti analoghi, è fondamentale fare una netta distinzione tra la spiritualità e la religione.
La spiritualità è basata sull’esperienza diretta di aspetti e di dimensioni della realtà non ordinari. Non richiede un posto speciale, né la presenza di una persona ufficialmente preposta alla mediazione con il divino o un contesto Istituzionale .
I mistici non hanno bisogno di chiese o ti templi. Il luogo nel quale fanno esperienza delle dimensioni sacre della realtà, compresa la loro propria divinità, è costituito dal loro stesso corpo e dalla natura…..
Estratto: R.Latimer intervista
Dr. Stanislav Grof