Il lavoro interiore dipende sicuramente da noi, dalla nostra decisione e capacità di perseveranza, ma noi non siamo la ragione ultima del nostro esistere e del nostro agire. Tutto ciò che siamo e facciamo è essenzialmente dono, qualcosa che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere da quella fonte inesauribile di vita che ci dà “il respiro e tutto il resto”. La nostra stessa decisione di crescere e di migliorare è più un dono che un’impresa di cui ci possiamo vantare, come se dipendesse interamente da noi, dalla nostra determinazione e dalla nostra buona volontà. Anche quando ci muoviamo nella direzione del bene, in realtà siamo essenzialmente “vissuti da forze che non conosciamo”. In effetti, la nostra decisione fa eco alla voce dello Spirito, il quale, “con gemiti inenarrabili”, “più intimo a noi del nostro stesso intimo”, “intercede per noi”, perché si attui in ognuno il progetto che Dio, “fin dal principio, ha deciso nella sua bontà”. L’invocazione allo Spirito sollecita e orienta quest’apertura del cuore, e rappresenta anch’essa un dato universale. A secondo dei cammini e della tradizioni varia nelle sue giustificazioni concettuali e nelle sue espressioni formali, ma è fuori dubbio che essa esprime, in tutte le culture, l’apertura del cuore alla verità che ci trascende e ci attira a sé.
By Padre Andrea Schnöller