Per poter conoscere a fondo molte delle sue caratteristiche è stato necessario aspettare che transitasse dietro una Stella remota, originando il fenomeno dell’occultazione stellare.. Makemake è stato infatti scoperto già da diversi anni ma, essendo collocato in una regione celeste assai povera di Stelle, si era sempre mostrato particolarmente elusivo rispetto agli occhi scrutatori degli strumenti scientifici. Finalmente una collaborazione internazionale di astronomi che si è servita dei dati raccolti da tre potenti telescopi dell’European Southern Observatory in unione al altri telescopi più piccoli del Sud America, è riuscita nell’impresa di svelare molti segreti di Makemake.. i risultati del lungo lavoro di ricerca sono stati pubblicati dalla rivista Nature.. Nel 2005, durante le festività pasquali, l’astronomia fece per la prima volta la conoscenza di Makemake.. provvisoriamente il Pianeta nano venne classificato con la sigla 2005 FY9 per poi venir ribattezzato nel 2008 con il nome di una divinità appartenente al pantheon tradizionale dell’isola di Pasqua.. Creatrice dell’Umanità e Protettrice della Fertilità.. Makemake porta a compimento la propria orbita tra quella di Plutone e quella di Eris.. assieme a questi due corpi celesti, e con Haumea e Cerere, fa parte dei cinque corpi celesti classificati dall’Unione Astronomica Internazionale come «Pianeti nani».. le osservazioni effettuate in precedenza facevano propendere gli esperti per l’ipotesi che Makemake fosse dotato di un’atmosfera al pari di Plutone e differentemente da Eris.. l’ultimo studio avrebbe, viceversa, messo in luce come sul corpo celeste potrebbero esserci, al massimo, sacche locali di atmosfera magari concentrate negli avvallamenti che presenterebbe la superficie planetaria ma che, proprio come Eris, Makemake non è circondato da un’atmosfera significativa.. come ha spiegato il coordinatore dello studio José Luis Ortiz, dell’Instituto de Astrofísica de Andalucía.. Mentre Makemake passava di fronte alla stella e ne bloccava la luce, la stella scomparve e riapparve molto bruscamente invece di affievolirsi e poi tornare brillante gradualmente. Questo significa che il pianeta nano non ha un’atmosfera importante. Si pensava che Makemake avesse buone probabilità di aver sviluppato un’atmosfera.. che non ce ne sia traccia significa che dobbiamo imparare ancora molto a proposito di questi corpi misteriosi. Scoprire per la prima volta le proprietà di Makemake è un grande passo avanti nello studio del club ristretto dei pianeti nani ghiacciati.. I dati ottenuti dai ricercatori grazie al VLT (Very Large Telescope), alll’NTT (New Tecnology Telescope) ed al TRAPPIST (TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope) hanno inoltre consentito di rilevare altre significative caratteristiche di Makemake, determinando con maggior precisione le dimensioni del corpo celeste (1420 chilometri di diametro medio) e la sua densità (circa 1.7 per centimetro/cubo): informazioni delle quali, a causa anche della grande distanza del Pianeta da noi e dell’assenza di Lune, era particolarmente difficoltoso entrare in possesso. Ora gli astronomi sono riusciti anche a misurare il valore dell’albedo del Pianeta nano, ovvero quanta parte di luce solare viene riflessa dalla superficie: è risultato uguale a 0.77, paragonabile a quello della neve sporca, secondo quanto spiegato dagli esperti, più alta di quella di Plutone e più bassa di quella di Eris..
Spunta una Luna per Makemake .. Una piccola Luna anche per Makemake, il secondo pianeta nano in ordine di luminosità, dopo Plutone, posto nella Fascia di Kuiper..
La luna è stata chiamata formalmente, e temporaneamente, S/2015 (136472) 1 e ribattezzata MK2. E’ più debole, rispetto al pianeta nano, di circa 1300 volte ed è stata vista a circa 13 mila miglia dal suo corpo celeste di riferimento. Il diametro è stimato in 100 miglia, contro le 870 di Makemake.. Makemake è uno dei cinque pianeti nani riconosciuti a oggi dalla IAU e questa è la sua prima luna.. Le osservazioni risalgono a Aprile 2015 e si sono avvalse di Hubble Space Telescope e della sua Wide Field Camera 3. La scoperta è stata annunciata soltanto oggi al Minor Planet Electronic Circular.. La tecnica è la stessa che ha consentito di scoprire satelliti su Plutone nel 2005, nel 2011 e nel 2012. L’orbita sempre “di taglio”, il che significa che molto spesso, guardando il sistema, la luna può essere in transito o occultata, con il risultato che non può essere scorta.. Ora, dall’orbita, sarà anche più facile calcolare al meglio le masse dei due oggetti.. La scoperta, inoltre, aumenta ancora di più le somiglianze tra Makemake e Plutone.. mondi di metano ghiacciato e una composizione simile anche all’interno, visto che ora è possibile una stima e un confronto anche delle densità.. Se l’orbita, come sembra, fosse circolare, allora il periodo di rivoluzione della luna sarebbe di circa 12 giorni. Comprendere la forma dell’orbita è importante anche per risalire alla modalità di formazione di questa luna: un’orbita circolare deriverebbe probabilmente da una collisione tra Makemake e un altro oggetto, mentre un’orbita ampia e allungata sarebbe più sintomo di cattura gravitazionale.. La nuova luna potrebbe anche risolvere un mistero di Makemake, che aveva mostrato in passato delle variazioni superficiali di rilievo in termini di temperatura e luminosità: a zone brillanti e fredde venivano alternate misurazioni molto più calde. Oggi, alla luce dei dati di HST, sembra evidente che le “macchie” calde derivino da MK2 e non da Makemake. Il fatto che la luna risulti più scura può derivare da una massa che non è stata in grado di mantenere una crosta ghiacciata, il che renderebbe il corpo simile a comete che sublimano..