Le sette idee centrali.. 1.. ognuno di noi possiede un sé esteriore e un sé interiore.. 2.. il sé interiore vive nell’eterno ora, dove non esiste il tempo.. 3.. il sé interiore è un grande mistero, ossia pura vacuità e ignoto totale.. 4.. il sé interiore è divino, ovvero in perfetta unione con lo spirito infinito, in un’identità suprema.. 5.. l’inferno è l’identificazione con il sé esteriore.. 6.. il paradiso è la scoperta e la realizzazione del divino sé interiore, dell’identità suprema.. 7.. il sé divino è tutt’uno con tutto, un dono di grazia, sigillato nella gloria..
Mentre punto lo sguardo verso la mia interiorità, osservo pensieri e sentimenti che appaiono negli spazi interni della coscienza e noto anche questa cosa che chiamo ‘io’ o ‘me stesso’. Potrei sapere molte cose su di me – alcune mi piacciono, alcune mi danno fastidio e alcune potrei trovarle veramente orribili o allarmanti. Tuttavia, qualsiasi cosa io possa pensare di questa cosa che chiamo ‘me stesso’, ho sicuramente la sensazione che ci siano tante cose che potrei sapere a riguardo.
Sembra persino che ci siano diversi sé, secondo le dichiarazioni di innumerevoli libri di psicologia pop. Esiste il mio Bambino Ferito, il mio Superego Severo, il mio Scettico Cinico e Amareggiato, il mio Controllore instancabile che cerca di controllare me e tutti gli altri, il mio anziano Uomo Saggio e la mia anziana Donna Saggia, il mio Cercatore Spirituale, la Persona Paurosa che permette che la paura prenda troppe decisioni nella propria vita, la Persona Gioiosa che trova una costante fonte di gioia e felicità in questo e in ogni momento, per menzionare solo quelli più importanti. Però, rendetevi conto che tutti questi sé hanno qualcosa di affascinante. Sono tutti qualcosa che io sono in grado di vedere, di cui posso essere consapevole, che posso sentire e conoscere e descrivere in vari modi. Tutti possono essere osservati – ma, chi o che cosa li osserva? Tutti questi sé che io ho guardato, visto e sentito dentro di me, per poi descriverli – sono osservabili. Ma, chi è il soggetto, il vero sé, chi vede quello che vede, chi è il vero conoscitore di ciò che conosciamo.. più ti avvicini al tuo vero sé e più vivi nell’eternità e nel presente senza tempo che comprende i pensieri del passato, del presente e del futuro che si manifestano tutti nel presente senza tempo. Allora, pensa al passato e al futuro quanto vuoi.. basta che tu li veda apparire nel presente..
I mistici contemplativi fanno una delle loro dichiarazioni molto controverse, tanto che questa sembra addirittura psicotica, eppure la fanno con voce tuonante, in unisono e in tutto il mondo. In tutte le culture dicono la stessa identica cosa, in tutti i periodi della storia di cui esiste testimonianza scritta, in ogni lingua umana a noi conosciuta, in maniera così consistente e unanime e per questo è probabilmente l’unica affermazione spirituale più universale che l’umanità abbia mai fatto.. più ti avvicini al tuo Sé Divino e più ti avvicini a Dio. E quando realizzi interamente il tuo sé divino, vedi che è tutt’uno, persino identico a Dio o l’essenza divina o lo spirito stesso, in quello che i Sufi chiamano Identità Suprema..
Ognuno di noi ha un sé esteriore e un sé interiore. Abbiamo visto che il sé esteriore o l’ego empirico è il sé che possiamo vedere, mentre il sé interiore (o il sé trascendente) non può mai diventare un oggetto o qualsiasi cosa, ma è, tra l’altro, un senso di libertà e una grande liberazione da quello che conosciamo, da quello che è limitato e dall’ego empirico..
Il sé interiore vive nell’eterno presente senza tempo. L’eternità non significa tempo senza fine, ma un momento senza tempo, che si manifesta esattamente in questo momento, quando lo vediamo correttamente come un presente senza fine che comprende tutto il tempo. Il vero sé è consapevole di questo momento perenne, senza fine ed eterno, attraverso il quale passa tutto il tempo – e, mentre lui stesso non entra mai nel flusso del tempo, rimane come suo testimone immobile..
Il sé interiore è un grande mistero, puramente vuoto e ignoto. Proprio perché non può mai essere conosciuto né fatto da oggetto, il vero sé è assenza, puro mistero, un continuo, ignoto sapere, o la vacuità che percepisce, o semplicemente, il grande mistero del tuo essere..
Il sé divino è uno con tutto, per grazia divina, sigillato nella gloria. Ad un certo punto, mentre ci riposiamo nel testimone interiore, mentre sperimentiamo l’atmosfera della libertà, il senso del sé interiore come parte opposta del sé esteriore spesso svanirà, visto come un illusione, come in effetti è, lasciando dietro solo una sensazione di quello che i mistici chiamano un assaggio. Il mio sé trascendentale lascia lo spazio all’unicità non-duale, quello che Meister Eckhart chiamava “essenza dell’essere”1. Perché lo spirito non è solamente il sé di tutti gli esseri, ma l’unicità o l’essenza dell’essere o la modalità di tutte le cose. Alla libertà da qualsiasi oggetto viene quindi aggiunta la pienezza dell’essere tutt’uno con tutti gli oggetti. Non sono più il testimone delle montagne, io sono le montagne. Non sento più la Terra, io sono la Terra. Non vedo più l’oceano, io sono l’oceano. Non prego più lo spirito, io sono lo spirito. Il mondo – il sacro e il profano – si presentano come un unico flusso, continuo e perfetto, cosicché non vedo alcun confine – proprio nessun vero e proprio confine – in tutto l’universo. Esiste unicamente il radioso, onnipresente, profondamente divino IO SONO, nel quale appaiono e scompaiono, nascono e muoiono, esplodono nell’esistenza e cadono nell’oblio tutti i mondi, trasportati dall’unica cosa che è sempre esistita, fino alla fine del mondo: il mistero assoluto di vuoto e liberazione, libertà e pienezza, concretezza e obiettivo, grazia e gloria, questo mio sé che non posso più trovare, come gocce di pioggia nella loro insistente essenza dell’esistenza, che cadono gentilmente sul tetto, un suono meraviglioso come il meraviglioso suono del tuonante battito del cuore..
By Ken Wilber