Dalla Danimarca arriva il segreto per la felicità.. il fattore “Hygge” da oltre 40 anni, la Danimarca risulta uno dei Paesi più felici del mondo, vi siete mai chiesti il perché.. il segreto di questa felicità potrebbe risiedere nella parola “Hygge”, che è un termine così tanto danese che risulta impossibile tradurlo in altre lingue. La parola è risalente al 19° secolo e deriva dal termine germanico “hyggja”, che significa pensare o sentirsi soddisfatti. Hygge è un modo di essere, uno stile di vita.. è trovare il luogo più accogliente nella casa, passare del tempo con le persone che amiamo e lasciare da parte i doveri. La spiegazione più vicina al significato originale è, quindi, il creare un’atmosfera accogliente, piacevole e intima mentre si assaporano i piaceri della vita circondati dall’affetto delle persone care.. Questo modo di vivere è il motivo per cui il paese scandinavo è considerato il migliore in cui vivere, anche se il clima non è di certo tra i migliori. Come sappiamo, la Danimarca è un Paese freddo e, avendo a disposizione solo 4 ore di luce al giorno, i suoi abitanti passano davvero molto tempo in casa. Per questa ragione l’arredamento, i mobili, gli spazi abitabili come anche le attività che si svolgono al chiuso hanno da sempre molta importanza per i danesi. Tuttavia è importante precisare che lo “Hygge” non è legato all’inverno, si può applicare anche nei mesi caldi.. è infatti uno stile di vita e per questo non è legato al clima.. Hygge significa volersi bene e non negarsi le cose che ci piacciono e rendono felici. Questi momenti di felicità si trovano spesso nelle piccole cose.. un dolce, un libro, la musica… ma soprattutto poter condividere tutti questi momenti con i nostri cari in ogni momento dell’anno.. se ci soffermiamo a pensarci, la vera sensazione di benessere non risiede negli oggetti, piuttosto nella condivisione delle attività e dei momenti.. molte ricerche infatti sostengono anche l’importanza dei legami sociali per il benessere.. possono aumentare la longevità e ridurre lo stress..

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