Litha è un giorno in cui i confini tra i mondi sono sottili, ma rappresenta anche il mese aggiuntivo del calendario anglo-sassone, che allinea i mesi Lunari all’anno Solare. E’ un giorno fuori dal tempo, in cui tutto è ribaltato e confuso. Accadono avvenimenti strani e anche le fate si manifestano. L’energia del Sole entra nella Natura tramite il grano e il frumento, per sfamare i figli della Terra e trasformarsi nel seme della vita. Il Dio è nel suo pieno vigore e viene celebrato con l’accensione dei fuochi. La Dea, invece, attende di spargere il frutto della sua unione, mentre tutto intorno la Natura è in pieno rigoglio. Giorno più lungo dell’anno, Litha celebra il trionfo della Luce, ma anche l’inizio del suo declino. Infatti, dopo il Solstizio d’Estate, le giornate iniziano lentamente ad accorciarsi, fino al Solstizio d’Inverno, che rappresenta la fase calante dell’anno. I druidi chiamano il Solstizio d’Estate con il nome Alban Heruin, “Luce della riva”. Questa festa, al centro dell’anno, è rappresentata proprio dalla sabbia, luogo di incontro tra Terra e Mare, in quanto la Terra rappresenta la zona astronomica sopra l’equatore celeste, mentre l’acqua simboleggia la zona inferiore. Così il Sole, trovandosi nel loro punto d’incontro, è come se fosse sulla riva del mare. Gli antichi popoli erano a conoscenza delle linee energetiche terrestri, capaci di aumentare la propria energia tramite la potenza Solare. Monumenti come menhir, cerchi di pietre e dolmen erano stati creati, infatti, come focalizzatori artificiali del sistema energetico terrestre. A Stonehenge si celebrava ogni anno il Solstizio d’Estate, momento in cui il granito di queste pietre, colmo di quarzi, generava un fortissimo campo magnetico. Solstizio deriva dal latino sol stat, “il sole si ferma”, quasi indugiasse in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente, elargendo una potenza difficile da eguagliare nel resto dell’anno. E’ il momento ideale per caricare i propri cristalli, per ritrovare l’allegria e per esprimere desideri usando candele galleggianti. Guardiamo dentro noi stessi e cerchiamo la nostra Luce interiore, troviamo il significato della completezza, perché senza di essa, crescita e scopi diventano vuoti. Anticamente i due Solstizi erano chiamati Porte: “porta degli uomini” l’Estivo, attraverso la quale si entrava nel mondo materiale della creazione, e “porta degli dei” l’Invernale, passaggio per il regno soprannaturale. Il custode di queste porte era Giano, il dio Bifronte.Il Solstizio indica, dunque, un momento di passaggio, fuori dallo spazio e dal tempo, che separa il manifesto dall’invisibile. Questo lo rende propizio per pratiche divinatorie e presagi per scoprire l’anima gemella. Durante il Solstizio d’Estate, il Sole si trova nel punto più alto del cielo e le piante si caricano della sua straordinaria energia. Questo giorno, detto anche di San Giovanni, è il più indicato per la raccolta delle erbe che si utilizzeranno durante tutto l’anno. Così, bruciate erbe aromatiche e lasciate rametti sotto il cuscino per favorire i sogni profetici. Usate erbe come la verbena per ottenere prosperità o l’artemisia come protezione, sfruttate la magia delle piante, che in questo momento sono al massimo del loro potere La Luna, che simboleggia l’acqua, si sposa con il Sole, che simboleggia il fuoco. Il Dio è nel suo pieno vigore e viene celebrato con l’accensione dei falò che purificheranno e proteggeranno i campi, gli uomini e gli animali. L’acqua è celebrata con la rugiada e durante la festa di Litha si usa mangiare le lumache, segni lunari come il cancro, e simbolo di rigenerazione ciclica, per i suoi cornetti che si mostrano e si ritirano così come la Luna nasce, cresce e scompare ciclicamente. L’acqua e il fuoco sono attributi di Giovanni Battista, tramite i quali praticava il battesimo. Il Re della Quercia, dio dell’anno crescente, è in costante lotta con il Re dell’Agrifoglio, dio dell’anno calante. Se in inverno era il Re dell’Agrifoglio a soccombere, al Solstizio d’Estate è il Re della Quercia a dover cedere. Infatti, i fuochi solstiziali erano alimentati e accesi da rami di quercia. L’Iperico è la pianta sacra del Solstizio d’Estate, si dice che raccolto a mezzogiorno del Solstizio aveva la proprietà di guarire molte malattie. Raccogliere le sue radici a mezzanotte, invece, cacciava gli spiriti maligni. Appeso sulle porte protegge, raccolto in piena nudità rende fertili.