La sensazione fisica, strumento di liberazione.. L’aspetto fisico della sensazione riveste una particolare importanza per il meditatore. Se osserviamo soltanto a livello mentale, non ci rendiamo conto della sensazione al momento in cui si manifesta nel corpo.. e nel buio dell’ignoranza, reagiamo ciecamente ad essa, intensificandola ancora di più. Prima che ci rendiamo conto, quella fuggevole sensazione ha assunto le proporzioni di un fuoco divorante, è diventata un’emozione così forte da sconvolgere la mente. Come conseguenza, ci ritroviamo a parlare e ad agire in modi errati, di cui più tardi ci rammaricheremo. Se invece osserviamo la sensazione a livello fisico e ne diventiamo consapevoli non appena essa sorge, possiamo impedire che abbia luogo la reazione. La nostra schiavitù nasce dal fatto che, per ignoranza, reagiamo alla sensazione fisica e le permettiamo di trasformarsi in un fenomeno mentale che sopraffa la ragione. Ma se impariamo ad osservare le sensazioni fisiche, possiamo affrancarci dalla servitù della reazione, ed essere liberi dalla sofferenza. Osservando le sensazioni fisiche, il meditatore entra in contatto con il livello più profondo della mente, quello inconscio, e può così impedire che li si formino le reazioni. Non solo.. questa osservazione rappresenta anche il mezzo per liberare ed eliminare i contenuti dell’inconscio, e per estirpare i vecchi condizionamenti mentali che vi si sono accumulati. Vedana samosarana sabbe dhamma. Tutte le cose che sorgono nella mente sono accompagnate da sensazioni. Assumendo l’atteggiamento di un osservatore imparziale, il meditatore fa sì che emozioni e complessi profondamente repressi emergano a livello conscio, manifestandosi come sensazioni fisiche; ponendosi come testimone di queste sensazioni, senza reagire ad esse, egli permette ai vecchi complessi di dissolversi. Dobbiamo renderci conto che anche noi siamo fenomeni transitori, che ci dissolviamo ogni attimo. Quando si fa l’esperienza diretta di questo fatto, ecco che attaccamento ed egoismo diventano impossibili, e noi impariamo a vivere distaccati dal nostro io.
By Vipassana