Il relativo isolamento degli indiani d’America ha consentito la conservazione delle loro tradizioni musicali. Il canto è l’ espressione musicale dominante, con accompagnamento ritmico di strumenti quali tamburi, sonagli, flauti e zufoli. Le melodie e i testi sono generalmente brevi, ripetuti o combinati in serie. Le danze più note sono quelle degli indiani delle praterie, che comprendevano assolo per uomini e danze rituali di coppia o di gruppo..
Il regione nord-occidentale del Pacifico, ove è stanziata la tribù dei Yakima, quando le foreste sono tutt’un rigoglio di fiori e si possono scorgere splendidi aggraziati cigni posati sulle acque dei laghi e degli stagni. Si può osservare la madre guidare i propri piccoli alla scoperta del mondo circostante. Le donne della tribù dei Yakima ne imitano i movimenti agitando come ali bianchi scialli nella danza. L’esordio è una posizione rannicchiata come quella di un cigno che lentamente si risveglia e scorge il mondo attorno a sé. I piccoli anatroccoli seguiranno “mamma-cigno”.
Per gli indigeni conosciuti come Tglinkit ed Haida, originari della Terra dei Totem, nel sud-est dell’Alaska, la cerimonia più importante nel corso dell’anno è la Potlatch. Si articola in canti, balli ed elargizione di preziosi doni agli ospiti che vi assistono. La prima canzone è dedicata agli animali di grandi dimensioni, la seconda a quelli piccoli e veloci, la terza a tutti quelli che si muovono saltando. (L’atto di raccogliere la pagaia indica l’inizio di ogni sequenza narrativa). Al termine della cerimonia i capi della tribù dei Tglink, dopo aver espresso apprezzamento per la buona riuscita della celebrazione ed il trattamento loro riservato dalla tribù Haida, fanno ritorno, con le grandi canoe, ai loro villaggi nelle isole dell’Oceano Pacifico. In lontananza si percepisce il canto di commiato della tribù Tglink.
Anche la tribù degli Jemez Pueblo, stanziata nello Stato del Nuovo Messico, offre con una danza un tributo d’onore all’aquila. Secondo la leggenda indiana, l’aquila è dotata di particolare astuzia e potenza poiché la sua abilità al volo le ha permesso di spingersi molto vicino al Grande Spirito. In riconoscenza per l’importante ruolo da essa svolto quale tramite tra il Popolo Indiano ed il Grande Spirito, si esegue una danza che ne imita i movimenti. I danzatori spiccano il volo e si librano nell’aria come per avvicinarsi al Grande Spirito.
Buffalo Dance.. Erano molte le tribù delle Grandi Pianure che tributavano onore a questo animale così forte e così necessario. Indispensabile per la sopravvivenza degli Indigeni Americani che ne traevano protezione, cibo, vestiario ed attrezzi, era tenuto in gran rispetto e non ucciso se non per stretta necessità. Ed è quale tributo al suo sacrificio per la sopravvivenza del Popolo Indiano che venne creta la Laguna Pueblo..
In linguaggio Sioux “Oyate tahn gleska” significa “cerchio della gente”. La circolarità rappresenta l’idea della vita come ciclo infinito. Su ognuno dei cerchi potrete notare 4 disegni di colore rosso, che simboleggiano le tappe fondamentali dell’esistenza: nascita, gioventù, maturità e morte. I danzatori, saltando dentro e fuori dai cerchi, si intrecceranno creando figure tra le quali potrete riconoscere un uomo a cavallo, un tornado ed una farfalla che schiude il proprio bozzolo (potete sottolineare il vostro gradimento applaudendo. Alla fine della danza si riprende la narrazione). Quest’ultima figura simboleggia il mondo. I cerchi si sostengono reciprocamente e se uno solo di essi venisse eliminato, l’intera struttura crollerebbe. Per gli Indiani ogni cerchio è come un diverso popolo, una differente razza. La loro speranza è che un giorno le genti di tutto il mondo sapranno vivere unite nella pace. Se l’essere diversi è visto come una qualità negativa, allora il nostro mondo è destinato a disgregarsi, come questa figura. Se invece impareremo ad apprezzare e rispettare le differenze che ci contraddistinguono, avremo un mondo meraviglioso in cui vivere.
Le donne Indiane esprimono aggraziata agilità, pur seguendo il veloce ritmo scandito dal battito del tamburo. La suggestiva atmosfera creata dall’aleggiare dei loro variopinti scialli rievoca immagini della natura, alberi, fiori… L’ ingresso sarà seguendo un ritmo sincopato, saltellando su un piede solo, con un passo detto “del corvo”. Nella seconda parte le donne indiane si coordinano in modo sincronico e terminano poi la danza ciascuna con proprie movenze.
Cerimonia religiosa di Venerazione del Sole celebrata dagli indiani d’America delle Pianure, che raggiunse la sua maggiore popolarità nel XIX secolo. Organizzata in estate, la cerimonia, che durava otto giorni, prevedeva tra gli oggetti rituali l’erezione di un palo centrale quale simbolo del sole e poteva includere forme di tortura volontaria o autolesionismo. Fortemente osteggiata dai missionari e proibita dal governo degli Stati Uniti nel 1904, da alcuni gruppi è tuttora praticata, in forma ridotta, più per i suoi aspetti spettacolari che per il suo significato religioso.
Cerimonia degli hopi (gruppo di indiani d’America dell’Arizona nordoccidentale) che richiede grande abilità nel maneggiare serpenti vivi. La cerimonia si tiene ogni due anni, intorno al 20 agosto, e i celebranti sono le confraternite hopi del Serpente e dell’Antilope. La danza, rappresentata in pubblico dopo otto giorni di cerimonie segrete, è una supplica agli dei perché concedano la pioggia. Gli hopi credono che i serpenti siano loro fratelli, figli dei comuni antenati Fanciulla Serpente ed Eroe Serpente, e per questo dotati di speciali poteri di intercessione.