C’era una volta un pavone vanitosissimo. Si gloriava con tutti per le sue belle piume. Quando vedeva una pozzanghera, si fermava a guardare la sua immagine riflessa nell’acqua. “Guardate la mia coda” gracchiava. “Ammirate che colori meravigliosi hanno le mie piume. Come sono bello! Sono senz’altro l’uccello più bello del mondo…” Apriva la coda in un grande ventaglio e rimaneva immobile, in attesa che qualcuno arrivasse e lo ammirasse. Gli altri uccelli cominciarono a stancarsi di tutte queste vanterie e studiarono un modo per far abbassare la cresta all’orgoglioso pavone. L’idea venne alla gru. “Lasciate fare a me” disse agli altri, “farò fare a quel vanitoso la figura dello sciocco. Una bella mattina la gru andò a passeggio dov’era il pavone, che come al solito si stava lisciando le penne e si pavoneggiava.
“Guarda come sono bello! ” esclamò. “Tu invece, cara gru, sei pallida, senza colori. Perché non cerchi di ravvivarti un po’?” “Può darsi che le tue piume siano più belle delle mie” rispose con calma la gru, “ma mi sono accorta che tu non puoi volare. Le tue bellissime piume non sono forti abbastanza per permetterti di sollevarti in aria. Io sono senza colori, ma le mie ali mi portano in alto nel cielo!”