Una straordinaria opera d’arte che racconta la storia del primo Buddhismo in India e delle prime grandi dinastie reali, questo Stupa dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Silenzio e natura favorivano la vita monastica e la vicinanza alla città carovaniera di Vidisha, oggi Besnagar, aiutava i rapporti con la comunità dei. Pur non essendo collegata a nessun episodio della vita del Buddha, Sanchi dovette la sua importanza a una delle regine mogli di Ashoka, il grande re della dinastia Maurya che nel III secolo a.C. abbracciò il dharma buddhista, lui veniva da una famiglia di ricchi mercanti di Vidisha, la località venne riscoperta per caso nel 1818 dal generale inglese Taylor. La meraviglia di Sanchi lo stupa principale noto come Grande Stupa, un diametro di 36,60 metri e un’altezza di 16,46 metri, come appare oggi il Grande Stupa risale al II secolo a.C. La struttura complessiva, tuttavia ingloba una parte più antica attribuita ad Ashoka, imperatore della dinastia Maurya che ebbe il merito di propagare il buddhismo in tutto il subcontinente indiano. Tra i bassorilievi più affascinanti, quello che mostra il Buddha impassibile alle tentazioni del malvagio demone Mara e quello della leggenda del principe Mahakapi Jataka, che salvò 80.000 scimmie permettendo loro di fuggire dai nemici che lo assediavano. La costruzione sorge all’interno di una recinzione chiamata vedika dove si aprono quattro portali, i torana, costituiti da due pilastri sormontati da tre architravi. Dall’abaco al primo architrave sono rappresentate bellissime e sinuose nell’atto del toccare gli alberi, shalabanjika, le yakshi o ninfe della natura portatrici di fecondità, mentre numerosi bassorilievi ornano le superfici dei torana. Sono tre le sezioni dello Grande Stupa: la base alta e circolare medhi che rappresenta la terra, la cupola sovrastante anda che allude sia alla volta celeste che alle acque primordiali da cui nacque l’universo, la balaustra quadrata, harmika, da cui si erge il pennone, yashti. Quest’ultimo è simbolo dell’Axis Mundi, l’ Albero Cosmico che è collegamento tra mondo sotterraneo, terra e cielo. Il corridoio fra lo stupa e la recinzione permetteva il rito della Pradakshina che consisteva nel girare attorno alla costruzione tenendo la destra del monumento, seguendo il percorso del sole.
