Un giorno Socrate passeggiava pacifico per le strade della polis. Gli si avvicinò un suo conoscente che, tutto concitato lo prese da una parte e a bassa voce ma con foga cominciò ‘Socrate, ascoltami Ti devo dire una cosa importante su un tuo amico’. L’uomo stava per cominciare a esporre la sua diceria, quando Socrate prontamente lo frenò. ‘Prima che tu inizi, dimmi hai fatto passare ciò che intendi dirmi attraverso i tre setacci?’ ‘Tre setacci?’, chiese perplesso l’uomo. L’uomo ci pensò su un momento. ‘Non proprio, non l’ho visto coi miei occhi, in quanto mi è stato riferito da altri’. ‘Allora proviamo a passarlo attraverso il secondo setaccio, quello della bontà. Anche se ciò che vuoi dirmi non è necessariamente e del tutto vero, è almeno qualcosa di buono?’ ‘Non esattamente’, rispose esitante l’uomo. ‘Anzi, è tutto il contrario’. ‘E allora proviamo l’ultimo serve a qualcosa ciò che vuoi dirmi?’ ‘No, non penso abbia nessuna specifica utilità’, concluse l’uomo ormai del tutto scoraggiato. ‘Dunque vedi?’, concluse il saggio Socrate senza alcun astio, ‘Se ciò che intendi dire a me o a chiunque nella vita, non è né vero, né buono, né utile, allora meglio non dir nulla. Per quanto mi riguarda, preferisco non saperlo e a te consiglio di dimenticarlo’.

Socrate

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