Il nome del primo mese dell’anno deriva da Giano (Ianus in latino), il dio romano del passaggio e degli inizi, che aveva la capacità di guardare avanti e indietro, poiché era dotato di due volti, possedeva cioè la conoscenza del passato e la capacità di prevedere il futuro. Dono fattogli da Saturno, dio dell’agricoltura, che, spodestato dal figlio Giove, trovò ospitalità e accoglienza presso Giano, condividendo con lui la regalità e portando l’età dell’oro. Nel mito Giano avrebbe regnato come primo Re del Latium fondando una città sul monte Gianicolo e donando la civiltà agli Aborigeni, suoi originari abitanti. Con la ninfa Camese avrebbe generato numerosi figli, tra i quali il dio Tiberio, signore del Tevere. La fine del vecchio e l’inizio del nuovo anno sono simbolicamente una porta, il punto di congiunzione di un ciclo infinito di morte e rinascita che l’essere umano ha da sempre utilizzato per dare senso alla propria vita. Il trascorrere degli anni segna i passaggi della propria storia, sono le pietre miliari tra i «Farò», «Ho fatto» e i «Dovrei fare», quelli che vengono sono le speranze di cambiamento, redenzione, quelli passati sono orgoglio, rimpianto o opportunità di crescita. Nella mitologia la divinità che incarna questo passaggio è Giano, Ianus in latino, dio bifronte che trova il suo antenato nell’etrusco Culsans. Era considerato iniziatore di ogni cosa, dio del passaggio di una simbolica porta che poteva chiudere e aprire. Il mese di gennaio prende il nome da questa divinità e da questa credenza. Gennaio porta con sé i giorni più freddi dell’anno. Sapete quali sono? Sono gli ultimi tre giorni del mese e probabilmente il primo di febbraio, definiti i giorni della merla. Perché vengono detti proprio i giorni della merla? Secondo la leggenda una merla era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo ed ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito 3 giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo e pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per 3 giorni. Quando la merla uscì era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era ingrigito a causa della fuliggine del camino e così essa rimase per sempre con le piume grigie. E ancora secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo, gennaio è il mese della ripartenza. È il mese che apre un percorso lungo 12 mesi, ricco di aspettative. È il momento del grande freddo, ma anche quello che apre le porte alla primavera e alla rinascita della natura. E proprio per questo suscita tanta curiosità e speranza in un anno felice e produttivo.

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