L’alga giapponese che danza.. di buon auspicio, fortuna, prosperità e dona profondi sentimenti d’amore.. il Marimo è un’alga pluricellulare scoperta intorno al 1820 e così nominata nel 1898 dal botanico giapponese Tatsuhiko Kawakami rifacendosi a Mari = biglia o pallina e Mo = genericamente pianta d’acqua. La mitologia giapponese narra la storia di una coppia d’innamorati che si rifugiarono sulle rive del lago Akan, unico luogo dove nascono oggi i marimo, per sfuggire alle proprie famiglie che li volevano separati. I loro due cuori si trasformarono in marimo per vivere in eterno il loro amore. I marimo, infatti, vivono oltre 200 anni e crescono di 5 mm ogni anno. È per questo che nella tradizione il Marimo simboleggia il cuore di due innamorati, per poi assumere nel tempo l’espressione di stima e rispetto, ovvero anche di un portafortuna per le novità – da una nuova amicizia a una nuova casa, una nuova attività o una nuova sfida di lavoro. In virtù della sua longevità, del suo bagaglio storico e di un carico di significati che toccano il cuore, il Marimo è solitamente tramandato di generazione in generazione e ha assunto una tale rilevanza da venire dichiarato nel 1921 “Tesoro Naturale Giapponese” per infine ‘guadagnarsi’ addirittura un bel museo sulle rive del lago Akan. Una particolarità del marimo è la sua danza: a seguito di ogni cambio dell’acqua, con la luce del giorno – per effetto della sintesi clorofilliana – il marimo trasformerà l’anidride carbonica in ossigeno, le cui sfere, visibili anche ad occhio nudo, lo faranno fluttuare all’interno del suo contenitore. Passato qualche giorno, l’ossigeno si espanderà, posizionandosi sui bordi del barattolo ed esaurendo così l’azione di sospensore per il marimo che tornerà sul fondo del barattolo fino al successivo cambio d’acqua. Per ravvivare la danza, basterà procedere a un nuovo cambio d’acqua..