Potrei descrivere me stesso idealizzato poeticamente

come uno che abita nel suo labirinto,

dal quale sia stato cacciato il Minotauro e

ne siano usciti Teseo e Arianna dopo la caduta di Icaro.

Immagino che Dedalo dopo la morte del figlio Icaro

si sia chiuso nel labirinto da lui stesso costruito e

abbia continuato a lavorare solo fino a una tardissima età,

toltosi per sempre le ali, guardando in modo commosso

il cielo, coltivando il suo giardino, passeggiando seguendo

gli echi nel suo giardino delle metamorfosi,

seguendo lo svettare di Ciparisso, verso il cielo,

le musiche delle acque del vento,

il gioco delle ombre opera del sole a lui solo ascose.

Così volgerei tutto in poesia …

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By Tomaso Buzzi

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