Dadirri l’armonia con il proprio essere e una completa sintonia con il mondo circostante e dar voce al proprio essere e riconnettersi con la natura.. Il termine in analisi deriva dalla lingua aborigena e descrive un atto di profondo e riflessivo ascolto. Miriam-Rose Ungunmerr Bauman, attivista e artista aborigena, ha descritto la parola Dadirri con un’immagine abbastanza poetica ed esplicativa: «Dadirri è dare voce alla primavera dentro di noi». è una sorta di richiamo alle filosofie antiche di alcuni popoli che predicavano l’importanza della completa armonia con la natura, oltre all’ascolto del proprio Io. Tale parola – intraducibile, come quasi tutte quelle trattate nella rubrica in questione – è una sorta di incastro fra una contemplazione quieta e armoniosa che, successivamente, si estende ad un profondo ascolto prima della natura; poi, dell’universo. Tale stimolo a coltivare l’armonia con il mondo circostante reca, a sua volta, una sensazione di pace sia con il proprio essere che con ciò da cui si è circondati. L’importanza della sintonia: il potere dell’ascolto Per gli aborigeni la pratica dell’ascolto profondo è un’abilità spirituale imprescindibile: la filosofia del Dadirri si basa sul rispetto; sull’udire quel flebile e scintillante moto interiore che è, al contempo, consapevolezza del proprio essere e attesa ma, anche, tranquillità e armonia. Dadirri è ascoltare la pioggia, contemplare il vento, porgere l’orecchio alla melodia dell’acqua che scorre. Un ascolto che si attua nella piena coscienza e conoscenza della bellezza che la natura regala, ma anche nei dinamismi quotidiani: quelle giornate scandite da ritmi frenetici. Dice ancora Miriam-Rose Ungunmerr-Baumann: “Dadirri è interiore, ascolto profondo e calma, ancora consapevolezza. Dadirri riconosce la profonda sorgente che è dentro di noi. Lo chiamiamo e ci chiama. Questo è il dono di cui l’Australia ha sete. È qualcosa di simile a ciò che chiamate “contemplazione”. Tale filosofia non è altro, quindi, che una pratica spirituale ma anche contemplativa che esorta ad imparare a sentirsi ed accettarsi attraverso l’ascolto: sono aboliti i giudizi e le domande. Solo la mera contemplazione che risveglia un Ioinsabbiato da ritmi convulsi e riporta la coscienza ad uno stato primordiale: udire il proprio essere e i suoi istinti intersecandoli con l’universo è il solo modo per arrivare a ciò che il Dadirripredica: l’armonia con l’attimo e l’equilibrio con la natura poiché l’uomo non la possiede ma ne fa parte..

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